Il coraggio di essere migliori
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Tenere la barra dritta. È quel che ci resta da fare, né più né meno, di fronte a quanto ci impongono le circostanze incontrollabili e le scelte – a volte scellerate – dei nostri simili. Davanti a delle varianti che rischiano di aggiudicarsi tutte le lettere dell’alfabeto greco e latino, davanti a quote di popolazione che continuano esecrabilmente a rifiutare di vaccinarsi per partito preso, davanti all’adozione di un Green pass che impedisce di andare al cinema a chi non è stato doppiamente vaccinato ma che – almeno per il momento – consente allo stesso di andare in ufficio indisturbato senza che il datore di lavoro sia a sua volta titolato a chiedergli se ne è in possesso, è difficile capire dove l’economia del Paese andrà a parare a partire dal prossimo autunno. Soprattutto perché, proprio in queste settimane, mentre andiamo in stampa, la recrudescenza della variante Delta preannuncia l’incubo (speriamo ancora scongiurabile) di una quarta ondata.
Responsabilizzazione è l’unica risposta che mi risuona in mente. Ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte, per dare seguito a provvedimenti del governo che stanno cercando di portare il Paese e la sua economia fuori dal guado. Bisogna agire in proprio e chiedere a gran voce che non si abbassi il livello di attenzione delle istituzioni nei confronti delle problematiche del lavoro e delle attività produttive, così come della salute e del benessere dei cittadini. Certo, il Pnrr è un buon punto di partenza, ma dovrà concretizzarsi all’interno delle imprese se vorrà avere un futuro, e queste ultime devono essere supportate per dare seguito a un progetto che avrà certamente bisogno delle “gambe” del governo per poter prendere il largo, ma anche delle “mani” di imprenditori, manager e lavoratori per trovare concretezza.
Occorre che chi comanda perseveri nel raggiungimento degli obiettivi, e che chi esegue e realizza consideri il proprio agire come parte integrante del Bene comune. Senza fare appello all’idea che il livello di civiltà e di sviluppo di una società si misuri dal senso di responsabilità che ogni individuo che la compone sente, non solo nei confronti di stesso, ma anche degli altri, nonché dal senso di libertà di ciascuno che finisce dove inizia quella del prossimo caro a Martin Luther King, e che a sua volta prende l’abbrivio dal più alto “non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso”, non sapremo e non potremo fare tesoro di quanto ci è accaduto e ci accade. Come Paese, cittadini e persone siamo chiamati a dimostrarci migliori di quanto pensiamo di essere. Perché lo siamo, solo che a volte ci manca il coraggio di scoprirlo.
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