Diamoci – da subito – un traguardo ambizioso
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Siamo stati catapultati in una mega-crisi di cui non si scorgono ancora i contorni e i termini. Immersi nella bolla di un’incerta Fase 2, il pallottoliere in rosso del bilancio delle imprese non si arresta: le perdite in termini economici e di posti di lavoro sono di fatto incalcolabili. Ogni giorno assistiamo al balletto delle cifre da parte di istituzioni locali, nazionali e internazionali, pare ci sia la corsa a chi la spara più grossa. A chi la racconta, e se la racconta, parlando di mastodontici bazooka finanziari messi a disposizione delle aziende. Che, al di là di dover comprendere ancora bene chi li erogherà e quando, bisognerà dirsi una volta per tutte che quelle dello Stato sono – nella migliore delle ipotesi – mere garanzie, che insomma si tratta di prestiti che le aziende sopravvissute dovranno presto o tardi ripianare. Sempre ammesso che superino le colonne d’Ercole degli istituti di credito…
Si parla tanto di ricostruzione, ma se si vuole ricostruire bisogna partire dai fondamentali. Bisogna sostenere veramente i settori in difficoltà (per esempio, interventi a fondo perduto sarebbero stati in alcuni casi più risolutivi) e ristabilire il giusto equilibrio, rivedendo quelle regole che – per ragioni fiscali e regolamentari – hanno spinto molte aziende tricolori a cercare rifugio in Paesi come Olanda e Lussemburgo. Dobbiamo riscriverle per consentire a queste imprese di tornare e ad altre società straniere di venire a investire in Italia, facendo pagare a tutte le giuste tasse per gli utili prodotti sul nostro territorio.
Se vogliamo veramente ricostruire il nostro Paese, rendiamolo un Paese in cui sia conveniente fare impresa e facile trovare lavoro. Mettiamoci il massimo impegno, non solo quello necessario a fronteggiare la spaventosa emergenza o a limitare i danni. Seguiamo un progetto più ambizioso, diamoci degli obiettivi coraggiosi. Certo, non sarà semplice, ma davanti a un presente così drammatico, la voglia di reagire dovrà essere altrettanto decisa. L’alternativa altrimenti sarà un rapido scivolamento verso il basso.
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