Sul clima si passi ai fatti
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La carenza delle materie prime è un tema sul quale tutti stiamo riflettendo quotidianamente. È poi interessante prendere atto di come allo stesso tempo si affrontino in modo sempre più concreto altre aree collegate, come ad esempio quelle relative al clima. Possiamo sostenere, purtroppo, di essere entrati in una fase poco condivisa globalmente e l’assenza dei rappresentanti di Cina, Russia e India alla Cop 27 sul clima, tenutasi lo scorso novembre a Sharm el-Sheikh, non può essere considerata come fatto irrilevante. La sola Cina, infatti, è responsabile del 33% delle emissioni globali di CO2 , con India e Russia che seguono a ruota!
Ancora una volta emerge come, per ragioni momentanee prettamente economiche e per nulla visionarie, tutto subisca costanti rallentamenti. In ogni caso, si deve andare avanti e ci auguriamo che questi incontri tra i vertici delle singole nazioni diano spunto a progetti veloci e concreti a sostegno di tutti, che non si limitino a fornire esclusivamente una serie di dati per mettere a fuoco la situazione. Sappiamo del danno che si sta facendo al pianeta e continuare unicamente a ribadire lo stato di continuo deterioramento conta poco. Perché anche in questo caso il tempo giocherà un ruolo determinante, e pensare che un problema come questo non debba essere considerato primario nella formulazione del “piano strategico futuro” sarebbe errore madornale. Il segretario dell’Onu António Guterres (in foto ), nel suo intervento introduttivo ha ribadito quanto sia necessario proseguire con determinazione affinché si riduca sensibilmente il riscaldamento globale, ma soprattutto si cerchi di mantenere quanto concordato negli incontri precedenti tra i Paesi. Insomma, non sarà per niente facile creare un contesto che aiuti e garantisca concreti passi in avanti verso soluzioni plausibili. Dovranno essere le economie più floride a rendersi disponibili ad aiutare quella parte di globo ancora non in grado di affrontare investimenti per progetti e trasformazioni necessarie.
Molti negli anni si sono battuti a favore della causa considerata forse la più importante tra quelle da affrontare nel prossimo futuro. La vituperata Greta Thunberg, ad esempio, simbolo mondiale dell’attivismo giovanile, elemento presente e molto fastidioso agli occhi di chi non ha mai accettato espressioni di culture diverse, sta passando il testimone della rivolta. Molti giovani nel mondo l’hanno seguita e negli anni il messaggio della svedese ha creato un forte movimento in suo favore. È sempre più condiviso il fatto che solo attraverso un movimento globale partecipato e orientato a una nuova cultura, capace di integrare il tema all’interno dei progetti fondamentali e non di viverlo come problema a latere, si raggiungeranno soluzioni ottimali. Andrà prestata come sempre grande attenzione ai detrattori, alla malafede di alcuni che nessun interesse nutrono a favore del benessere comune, a chi si esprime appoggiando esclusivamente ideologie senza senso. Ma questo lo si sa!
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