Il cambiamento passa dalla partecipazione
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Abbiamo un nuovo Parlamento, nuove cariche e una legislatura dalla quale ci aspettiamo molto. Gli italiani hanno decretato con il voto lo scorso settembre vincitori e vinti. Quanto è successo subito dopo per l’elezione dei presidenti di Camera e Senato, le immediate e non preventivate tensioni tra le parti politiche, fanno intendere che non sarà così semplice trovare equilibri continuativi, ma poco conta. Adesso si dovrà lavorare, dimostrando grande capacità nel raggiungere gli obiettivi da tempo dichiarati e necessari al Paese.
La considerazione, però, più importante è che il partito leader in assoluto, quello degli “assenteisti” ha incrementato la propria percentuale negli anni, a ogni sessione di voto, ultime elezioni incluse. Insomma, nulla è cambiato… anzi! Fa riflettere questo persistente allontanamento da parte di molti dalla politica. Il voto e la possibilità di esprimere le proprie preferenze sembrano non essere più rilevanti per gran parte del Paese. Onestamente non è semplice da accettare, considerando quanto le generazioni passate abbiano combattuto con determinazione affinché tutti potessero esprimere la propria volontà e scegliere in modo libero e democratico.
Oggi si è fermi e decisi nel criticare il contesto determinato dagli interpreti politici di questa o quella fazione, ma dovremmo allo stesso tempo avere ben chiari anche i doveri di noi cittadini. Impegnarsi e partecipare attivamente alla costruzione del Paese è compito di tutti. Nulla avviene per caso, la storia insegna, ma proprio per questo necessitiamo “dell’intera platea” che faccia valere le proprie idee, ben sapendo che per trasformare un progetto in valori tangibili e percepiti ci vuole tempo, costanza e passione per le proprie cose. E i nostri politici? Si affrontano fuori e dentro le aule istituzionali, utilizzando ogni mezzo che la moderna comunicazione (soprattutto quella digitale) mette a disposizione e cercando di coinvolgere il più possibile; i giovani, ad esempio, attraverso messaggi effimeri, banali e per nulla interessanti. Pare che le nuove generazioni vengano considerate da alcuni unicamente come ossessionati fruitori di comunicazione in rete, qualsiasi essa sia.
Mi chiedo: ma questi ragazzi non sentono la necessità di poter contare su una nuova e credibile classe politica, che rappresentandoli trasmetta in modo efficace e completo valori e volontà innovative necessarie al domani? Capisco che la maggior parte di loro abbia perso la fiducia nei confronti di una politica che per anni ha operato con trascuratezza, superficialità e assenza di generale trasparenza, ma per cambiare le cose bisogna partecipare e impegnarsi. Questo sempre e comunque in ogni campo, la politica non fa eccezione. Impostare un nuovo progetto, più meritocratico ed efficiente per il loro futuro, necessita di atteggiamenti diversi, compreso un impegno sociale vissuto in modo più coinvolgente e continuativo. La loro voce deve farsi sentire sempre e ovunque. Farebbe bene a tutti!
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