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Lavoro

Servizi invece di denaro: la rivoluzione del welfare di Fca

Il 40% dei dipendenti aderisce alla proposta di trasformare i bonus in prestazioni. Ma la Fiom non ha ancora capito la rivoluzione

Buoni spesa o carburante, spese per istruzione (mensa scolastica, testi scolastici, centri estivi), servizi di cura (assistenza famigliari, anziani o non autosufficienti) o di ricreazione (abbonamenti palestra, corsi formativi), ma anche fringe benefit e previdenza integrativa. Sono quegli i servizi che i dipendenti Fca e Cnh potranno scegliere di ricevere al posto di un bonus in denaro.

Ad aderire al piano welfare di Fiat Chrysler è stato il 40% dei dipendenti italiani (Torino 48%, Cassino 60%, 57% degli operai su tutto il territorio nazionale) che hanno deciso di ricevere 700 o 800 euro di benefit invece che 570 euro in busta paga. Ma attraverso detassazione, decontribuzione, quota aggiuntiva aziendale del 5% e risparmi generalizzati, il lavoratore potrà incrementare il vantaggio economico. Sono in tutto circa 29.288, su un totale di 66.500, i lavoratori che si sono iscritti attraverso un sito internet dedicato all’iniziativa Conto Welfare. Il piano welfare di Fca e Cnh Industrial diventa dunque il primo in Italia per numero adesioni.

FIOM CONTRARIA AL WELFARE AZIENDALE

Non poteva mancare la voce contraria della Fiom: «I bassi dati di adesione dei lavoratori Fca e Cnh al sistema di welfare aziendale si prestano a qualche considerazione. Ovviamente di questi dati prendiamo atto, anche se balzano agli occhi alcuni differenze notevoli tra le diverse realtà, a partire dalla percentuale di adesione in Cnh (16%) e Fca (40%)», sostiene Federico Bellono, segretario generale della Fiom torinese. «Una cosa è certa: fino a qualche giorno fa le percentuali erano assai più basse, e il recupero ha avuto del miracoloso, nonostante la ossessiva campagna di propaganda messa in campo, che ha superato in molti casi i limiti della decenza: alla faccia della “libera scelta”, con modalità che non abbiamo visto in nessun’altra azienda. La verità è che il sistema di welfare imposto da Fiat e Fca massimizza i risparmi aziendali (se i dati sono corretti, oltre 5 milioni di euro), con i 700 euro (800 per gli impiegati) tolti dalle buste paga dei lavoratori e trasformate in prestazioni».