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Lavoro

Sorpresa, il Messico è il Paese in cui si lavora di più

Con una media di 43 ore a settimana, il Paese nordamericano si ritrova al top del ranking globale. A faticare meno di tutti sono invece i tedeschi

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Dimenticate lo stereotipo del messicano col sombrero che fa la siesta. Gli abitanti di Città del Messico e dintorni hanno in realtà la media più alta di ore lavorate ogni settimana. Ben 43 contro le “misere” 26 dei tedeschi, ultimi in classifica. Avete capito bene. Del resto, quello che emerge da una recente ricerca di Reportlinker, è che in Europa occidentale si “fatica” in generale meno che in Nord America, Est Europa e Asia. Merito di una regolamentazione appositamente pensata per “proteggere” i dipendenti da eventuali imposizioni di orari proibitivi. Per esempio, dal 2002 in Francia non è permesso chiedere di prestare servizio per più di 35 ore a settimana. E i francesi sembrano apprezzare, visto che solo il 14% di loro sceglie di lavorare fino a 40-44 ore.Ben lontane dallo stakanovismo anche le nazioni scandinave. In Finlandia il 46,5% dei lavoratori passa in ufficio 35-39 ore a settimana, solo il 26% sale a 40-44%. In Norvegia la media 35-39 ore interessa quasi il 63% degli abitanti e solo il 6% fa di più. Non solo, l’8% s’impegna per appena 10-19 ore. Simili i dati della Danimarca: 58% per la prima fascia, solo il 6% per la seconda.Ma la “pacchia” non riguarda tutto il Vecchio Continente. Nel 2016, il 56,7% dei turchi ha prestato servizio per 40-49 ore a settimana e un altro 15% di loro addirittura per 50-59. E in Romania sale al 95% la percentuale di coloro che hanno sgobbato per 40-49 ore.

Italiani, i più fedeli

Ma la ricerca di Reportlinker non ha interessato solo le ore lavorate. Ha preso in considerazione anche la “fedeltà” dei dipendenti alla propria azienda. Ne è emerso che in questo campo sono gli italiani a distinguersi, con una media di 12 anni alle dipendenze della stessa impresa. Simile la situazione in Francia, dove la media è di 11,5 anni. In generale questa è una tendenza tipicamente europea. A cambiare lavoro più spesso, nel Vecchio Continente sono infatti i ciprioti, che comunque hanno una media di nove anni di fedeltà.

Millennials: aspettative e difficoltà

Altro dato sorprendente della ricerca, è vedere gli Stati Uniti più o meno a metà classifica in quanto a ore settimanali lavorate (la media è di 34). Una delle principali ragioni chiama in causa i cosiddetti Millennials. Molti di loro, infatti, hanno maggiori aspettative dei loro predecessori in termini di condizioni di lavoro e benefit – dal congedo parentale alla disponibilità di cibo e bevande gratis passando per lo smart working – e questo rende più difficile trovare un lavoro full-time che li appaghi in termini non solo salariali. Di conseguenza molti di loro si rivolgono a impieghi, magari part time, legati alla “gig economy” alla ricerca di maggiori soddisfazioni personali o anche solo per arrotondare. Non è un caso, dunque, che il 65% degli intervistati abbia risposto di ritenere più felici i lavoratori free lance e il 26% di loro ha affermato che si aspettano di diventarlo nel prossimo futuro. Le ragioni di questa preferenza? Essere il capo di se stessi, un migliore work-life balance, orari flessibili e bisogno di libertà. Ed è proprio il bisogno di libertà è il principale benefit di un orario di lavoro ridotto secondo i lavoratori dell’Europa occidentale, lieti di rinunciare a uno stipendio un po’ più alto per avere più tempo per se stessi e la famiglia.

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© Bernardo Ramonfaur on Unsplash