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Lavoro

Reperibilità uguale per tutti: una carezza demagogica agli statali

Il presidente dell’Inps, Tito Boeri, chiesto di adeguare la reperibilità richiesta dalla aziende private nei casi di malattia a quella del settore pubblico: «Sette ore per tutti». Ma l’assenteismo nel privato è già un problema marginale

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«Sette ore di reperibilità per tutti»: questo chiede il presidente dell’Inps, Tito Boeri, al governo. Basta, dunque, a questi ingiusti privilegi per i lavoratori privati, costretti a stare a casa solo 4 ore (10-12, 17-19) in caso di malattia. I poveri statali, invece, a casa devono rimanerci ben 7 ore (9-13 e 15-18): un’enormità. E poco importa se chi sta male dovrebbe chiedersi di astenersi dal lavoro solo in caso di reale necessità. «In questo modo, si potrebbero ridurre le spese e gestire al meglio i medici e svolgere i controlli in modo efficiente». Un modo per mettere le mani avanti in vista delle novità introdotte del decreto Madia, che metterà in capo all’Inps tutta la gestione delle visite fiscali. «Sarebbe molto importante se potessimo anche organizzare meglio, ottimizzare il tempo dei medici».

Ci permettiamo di dare un piccolo consiglio al professor Boeri. I controlli cominci a farli proprio dai lavoratori del pubblico impiego, dove l’assenteismo è un problema importante che supera quote del 12%. Nel privato il problema c’è, ma è molto più limitato: circa il 5% del monte ore (qui l’ultima ricerca in proposito). Non vorremmo che, dopo il decreto Madia che ha promesso un giro di vite importante su assenteisti e furbetti del cartellino, ma anche per quei dirigenti troppo abituati a girarsi dall’altra parte, servisse una carezza per rabbonire i sindacati del settore pubblico. Alla demagogia, preferiamo l’aspirina.