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Lavoro

Remote Year: al lavoro girando il mondo

L’anno sabbatico cambia volto: potete restare operativi in azienda pur a spasso per il globo. E c’è persino chi un impiego lo trova così

Non chiamatelo anno sabbatico, anche se ci assomiglia molto. Permette di ricaricare le batterie e di viaggiare, ma è a tutti gli effetti composto da 365 giorni lavorativi. Solo che il Remote Year vi permette di “rimanere in ufficio” mentre fate il giro del mondo. Una specie di telelavoro dalla Terra del fuoco o dal Giappone. L’idea è venuta a Greg Caplan, ex dipendente di Groupon che ha creato un’agenzia di supporto ai lavoratori in viaggio. Durante il tour lo staff dell’azienda (20 persone) si impegna a fornire al gruppo di turisti-lavoratori tutta l’organizzazione logistica per continuare a svolgere la propria professione dall’altro capo del mondo: itinerari e trasferimenti, alloggi e spazi di coworking con connessione wi-fi, ma anche eventi e attività ludiche per un totale di 27 mila dollari complessivi. E il pagamento avviene direttamente in busta paga con una trattenuta.

DODICI TAPPE, 27 MILA DOLLARI IL BIGLIETTO:

IL PROSSIMO GRUPPO PARTE IL 1° FEBBRAIO

E VISITERÀ SUD AMERICA, EUROPA E ASIA

TREMILA RICHIESTE. Per ora, dal viaggio inaugurale nel giugno 2015, hanno già aderito un centinaio di clienti anche se le richieste sono state oltre 3 mila. Il prossimo viaggio partirà il 1° febbraio e prevede dodici tappe tra Sud America (Uruguay, Argentina, Bolivia, Peru), Europa (Turchia, Repubblica Ceca, Serbia, Croazia) e Asia (Malesia, Thailandia, Cambogia e Vietnam). A sorpresa e contro ogni previsione, Remote Year è diventata poi un’occasione di collocamento: sono infatti una quindicina le aziende che si sono dette disposte ad assumere questi giramondo per passione. E per lavoro.

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© iStockPhoto/Pilin_Petunyia