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Lavoro

Così si accolgono i neoassunti nelle migliori aziende d’Italia

Percorso di formazione personalizzato, coinvolgimento del top management e tecnologia a sostegno dei dipendenti. Le nuove politiche di inserimento analizzate in oltre 100 Paesi nel mondo

Sono lontani i tempi in cui i nuovi assunti venivano etichettati come novellini, presentati brevemente ai colleghi e abbandonati alla scrivania. Oggi chi entra per la prima volta in azienda viene considerato un patrimonio da valorizzare. Non solo perché accogliere e formare nel migliore dei modi un neoassunto è il segreto per svilupparne appieno il potenziale e renderlo pienamente produttivo più rapidamente, ma anche perché un percorso di inserimento ben strutturato – soprattutto ai tempi dei social network – rappresenta un importante elemento di attrazione e fidelizzazione dei talenti e aumenta sensibilmente l’appeal aziendale. È quanto emerge dalla recente ricerca condotta da Top Employers Institute, che evidenzia come stanno cambiando le nuove politiche di on-boarding (l’inserimento dei nuovi assunti) all’interno delle aziende. L’indagine ha preso in considerazione oltre 600 società di 102 Paesi nel mondo, coinvolgendo anche le 66 aziende certificate Top Employers Italia. Ecco i risultati:

COINVOLGIMENTO DEL TOP MANAGEMENT. A prendersi cura dei nuovi assunti sono sempre più spesso le alte sfere aziendali: nel 94% si trata di Business Leader, ritenuti responsabili delle strategie e attività relative, nel 71% dei casi sono i membri del top management ad accompagnare in azienda e presentare i neo assunti ai colleghi, mentre nel 77% sono previsti incontri con l’Executive Management entro i primi sei mesi dall’assunzione.

OLTRE LA METÀ HA UN MENTORE. Oltre all’ovvio incontro con il manager di riferimento (effettuato nel 100% dei casi), che illustra le procedure HR, la cultura aziendale, i compiti e le aspettative, nel 94% delle aziende viene fornito un dettagliato manuale di inserimento; nell’82% vengono stabilite riunioni periodiche per verificare come sta procedendo il percorso di inserimento; oltre la metà (59%) prevede l’assegnamento di un “buddy” al neo assunto e un 58% di aziende mette a disposizione del futuro dipendente un “pacchetto pre-assunzione” che illustra le caratteristiche aziendali e quale sarà il suo percorso aziendale.

LA FORMAZIONE DURA UN ANNO. Fino a pochi anni fa, il processo di on-boarding durava al massimo 2-3 giorni ed era di stampo generalista, uguale per tutti. Oggi, si adottano processi che durano dai 3 ai 6 mesi, veri percorsi di formazione che in qualche caso possono arrivare anche a 12 mesi e che sono sempre più personalizzati. Nell’88% delle aziende sono previsti percorsi di formazione specifici e mirati e nel 52% vengono programmati incontri di verifica e sessioni di follow-up a un anno dall’assunzione.

IL CONSIGLIO: CHATTA CON I COLLEGHI. Il dato più innovativo è quello relativo alla vita e alle attività non strettamente lavorative e/o produttive. Nelle aziende si è osservato un crescente interesse e attenzione verso le attività di socializzazione e interazione con i colleghi, nel segno di un inserimento armonioso non solo a livello professionale, ma anche umano. Ecco allora che un efficace proceso di on-boarding caldeggia nel 76% le attività social con i colleghi, nel 67% sollecita la condivisione delle esperienze tramite i social media, nel 65% organizza pranzi e cene con il team, nel 55% promuove eventi di social networking.

TECNOLOGIA A 360°. La tecnologia assume un ruolo centrale nella razionalizzazione dell’on-boarding, e rappresenta anche uno strumento di facilitazione e monitoraggio per individuare esigenze specifiche, creare piani di apprendimento, impostare moduli di e-learning, oltre che per aiutare i dipendenti a connettersi, coinvolgere e condividere. L’ 88% delle aziende ha un portale di on-boarding dedicato, il 26% ha un sistema di gestione delle pratiche di on-boarding e il 18% permette ai futuri dipendenti di accedere a una piattaforma di on-boarding online ancora prima del primo giorno di lavoro in azienda.