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Lavoro

La sottile linea rossa tra autorità e autorevolezza

L’eterno dilemma di chi deve guidare un team: imporsi o trascinare gli altri? La strada vincente sembra segnata

Si tratta dell’eterno dilemma: comandare o farsi amare? Quella tra autorità e autorevolezza resta una sottile linea rossa. Molti manager italiani mantengono ancora un’impostazione vecchio stampo sul tema, limitandosi a farsi ubbidire. Ma l’esperienza internazionale e non solo insegna il contrario, fa capire quanto gli schemi classici non siano più applicabili alle nuove organizzazioni. Il buon manager deve essere soprattutto un leader. E non solo perché, anche una recente sentenza del Tribunale di Lavoro, ha giudicato legittimo il licenziamento di un manager “dittatore”.

AUTORITÀ O AUTOREVOLEZZA: LA SCELTA DEL MANAGER

Come si fa, dunque, a diventare una guida autorevole senza essere autoritari. Si parte dal linguaggio, ovviamente. «L’esercizio dell’autorità da parte del Manager si concretizza prevalentemente con un linguaggio che richiama il potere e che fa largo uso dell’imperativo: “dammi questi dati”, “occupati di questo”, “fate il risultato”, ecc. Questo linguaggio, usato tra l’altro molto spesso senza un “per favore” (troppe volte dimenticato o dato per scontato), presuppone che i collaboratori siano a disposizione del Manager, che siano in azienda per servirlo (ma non dovrebbero servire il cliente?)», dice Antonio Messina, President and Executive Trainer & Consultant di Hara Risorse Umane in un post su Linkedin.

«Si tratta di un cambiamento che «presuppone un lavoro fatto prima di tutto su se stessi, basato su coerenza, disciplina, rigore, ascolto, gestione delle emozioni, coraggio, sicurezza e capacità di affrontare la discussione e il confronto e, non ultimo, saper e voler usare la testa per prevedere le conseguenze e gli effetti delle proprie azioni sulle persone», aggiunge Messina sottolineando la profondità di questo cambiamento: «Il Manager che fa largo uso dell’autorità dimentica però che le persone hanno il libero arbitrio. I collaboratori infatti hanno la possibilità di scegliere tra limitarsi a fare il “compitino” (dettato dal vincolo contrattuale del rapporto di lavoro) oppure metterci passione, entusiasmo e andare al di là di ciò che è stato richiesto dal proprio Manager, dedicandosi con “testa, anima e corpo”. Purtroppo un limite dell’autorità, quando non è accompagnata dall’autorevolezza, è quello di non saper spingere le persone ad andare al di là del “compitino”».