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Lavoro

Le aziende che pagano meglio i loro dipendenti

Il Company Salary Index di JobPricing mette a confronto le grandi aziende con le retribuzioni medie nazionali. Le sorprese per top manager e impiegati non mancano

Quali sono le aziende italiane che pagano meglio i dipendenti? La risposta prova a darla JobPricing con il suo Company Salary Index 2017. Elaborato sulla base di 280mila profili, considera le aziende di grandi dimensioni rilevando la retribuzione annua lorda (esclusi premi, bonus e variabili) che erogano a direttori, dirigenti, quadri e impiegati.

DOVE SI STA MEGLIO. Tra le aziende dove gli stipendi superano la media di mercato, dominano i settori delle utilities (energia, gas, acqua), dell’alimentare e dei beni di largo consumo, dei servizi informatici e della produzione di apparecchi elettronici e sistemi di automazione. Nella media di mercato quasi tutti gli altri settori a eccezione di quello della consulenza (fiscale, legale, amministrativa e gestionale), dove gli stipendi sono inferiori alla media nazionale.

L’azienda che paga meglio i propri dipendenti è Procter & Gamble, le cui retribuzioni sono del 18% superiori alla media nazionale. Seguono Sogei (Società Generale d’Informatica), Elettronica SpA e Banca d’Italia, tutte con stipendi più alti del 15% rispetto alla media. Chiudono la top ten Barilla e Autostrade per l’Italia (12% sopra la media), e poi con Salini Impregilo, Tenaris Dalmine, Nokia Siemens Networks e Microsoft, tutte aziende dove i dipendenti, a prescindere dal livello di inqudramento, guadagnano il 111% della media nazionale. Sopra la media di mercato ci sono poi multinazionali come General Electric, Unilever, Siemens, Hewlett Packard e Vodafone, ma anche brand italiani come Lamborghini, Ducati, Prada, Ferrero, Gruppo Hera, Edison, Eni, Unipolsai, Banca Fideuram.

DOVE SI STA PEGGIO. Sotto la media di mercato sono invece le retribuzioni dei brand della consulenza, ma non solo: si va da PriceWaterhouseCoopers (-15% rispetto alla media), Poste Italiane (-13%), Magneti Marelli, Deloitte, Fiat Chrysler e Capgemini (1-2%), Iveco, Accenture e Yoox (-11%), Basf (-9%), Maserati e BMW (-8%). Non emerge dunque un trend chiaro rispetto ai settori merceologici.

L’anno scorso l’aumento medio degli stipendi nel settore privato è stato del 2,1% (la media tricolore è 29.309 euro), e le aziende migliori dal punto di vista dei rialzi sono Lamborghini, Finmeccanica, Gruppo BNP Paribas, Gruppo Axa e Salini Impregilo. Peggiori performer in termini di riduzioni sono invece Tenaris Dalmine (-5,7%), Banca d’Italia (-3,5%) e Sogei (-3,4%), che hanno dunque più che altro riequilibrato i numeri rispetto al panorama complessivo.

TOP MANAGER. Considerando solo i top manager, un dirigente senior, a capo di una o più funzioni aziendali che gestisce altri dirigenti, manager e specialisti, guadagna mediamente 131.400 euro lordi l’anno. Incredibile, ma vero, l’azienda che sfora ogni limite è Alitalia: +29%. E forse si spiegano un po’ dei guai economici della compagnia di bandiera. Bene Kpmg, dove i top manager sono retribuiti il 26% in più della media (ma i sottoposti registrano un -12%) e poi Novartis, Vodafone, Procter & Gamble e Ferrero. Chi invece paga i propri dirigenti senior meno della media sono, fra le tante, PriceWaterhouseCoopers (26% sotto la media), Alstom (25%), American Express (21%), Monte dei Paschi di Siena (11%), Barilla (9%).

GLI IMPIEGATI. I semplici impiegati, che registrano in media 33.800 euro annui lordi, vivono meglio in Banca d’Italia (+28%), Enav (+24%) e Procter & Gamble (+22%) – ma anche Elettronica SpA, Sogei, Lamborghini, Barilla e Autostrade per l’Italia offrono compensi superiori del 15% alla media nazionale – e peggio in Mondo Convenienza (-23%), Zucchetti (-17%), Yoox (-16%), Poste Italiane (-15%), Tiscali (-12%) e Maserati (-9%).