L'egoismo è la chiave del successo sul lavoro. O per lo meno della sopravvivenza. Lo dicono due professori di Wharton, Adam Grant e Reb Rebele, in un articolo sull'Harvard Business Review dal titolo Beat Generosity Burnout . Perché l'altruismo e la troppa disponibilità nei confronti degli altri possono esaurirti. E' vero, i "givers" sono tra le persone più apprezzate nelle organizzazioni e soprattutto i Ceo devono mettere al primo posto l'organizzazione per il bene di tutti, ma questo vale per tutti gli altri lavoratori?

Gli autori hanno posto una domanda a risposta multipla a centinaia di insegnanti negli Stati Uniti, come racconta anche Business Insider :

State aiutando come volontari, un giorno alla settimana, uno dei vostri studenti, Alex, a recuperare il ritardo in geometria. Vi chiede se aiutereste anche il suo amico Juan, che non è un vostro studente. Cosa fareste?

I docenti e i lettori sono invitati a scegliere tra queste quattro risposte:

a. Programmate una sessione dopo-scuola separata per aiutare Juan.
b. Invitate Juan a partecipare alle lezioni con Alex.
c. Dite ad Alex che ha davvero bisogno di concentrarsi sul suo lavoro.
d. Dite ad Alex che Juan dovrebbe chiedere aiuto al suo insegnante.

Il risultato sorprendente ma forse nemmeno troppo? Gli insegnanti che hanno risposto a sono quelli i cui studenti hanno risultati peggiori. L'altruismo eccessivo, dunque, porta risultati negativi: «Gli educatori altruisti finiscono per sfinirsi cercando di aiutare tutti con ogni richiesta. Erano disposti a lavorare di notte e nei fine settimana per assistere gli studenti con problemi, i colleghi con la programmazione delle lezioni, e i presidi nelle funzioni amministrative. Nonostante le loro migliori intenzioni, questi insegnanti hanno finito per danneggiare, inavvertitamente, proprio gli studenti che volevano aiutare».

La risposta più giusta dunque è la b , perché pur generosa implica un meccanismo di auto-protezione che evita il burnout. Questa strategia viene definita chunking , e vuol dire che va bene aiutare gli altri, ma solo in un determinato lasso di tempo prestabilito per evitare di farsi sommergere dalle richieste di supporto.