
L’IT PUÒ ESSERE DONNA
Vi sono alcune facoltà universitarie in cui la presenza femminile è decisamente più contenuta di quella maschile. Tra queste si contano ingegneria dell’informazione, ingegneria industriale e ingegneria civile e ambientale, dove si contano rispettivamente il 17,4%, il 19,7% e il 28,4% di donne. Ma anche Scienze e tecnologie informatiche (16,7%) e Scienze e tecnologie fisiche (32%). La componente femminile, al contrario, è molto elevata in facoltà quali scienze biotecnologiche, farmacia e medicina, oltre che in ambiti umanistici.
PIÙ DONNE, PIÙ PIL
Goldman Sachs stima che se si riducesse il gap tra occupazione maschile e occupazione femminile, ovvero se la percentuale tra uomini e donne occupate coincidesse, il Pil crescerebbe del 9% negli Stati Uniti (dove si registrano le più contenute discriminazioni tra uomini e donne nel mondo del lavoro), del 13% nell’Eurozona e del 16% in Giappone. In Italia solo il 46% della popolazione femminile lavora. In termini di tasso di occupazione il differenziale rispetto agli uomini è di circa 20 punti percentuali.