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Lavoro

Integrazione made in Porsche: 11 rifugiati entrano in azienda

Si conclude con un successo il primo anno di integrazione promosso dal costruttore tedesco di vetture sportive. “Orgogliosi di aver dato a questi undici giovani la possibilità di iniziare una carriera”

Non sostenere i rifugiati con donazioni in natura, ma integrarli nel mondo del lavoro il più rapidamente possibile. È quanto si è prefissata Porsche, che ha appena presentato i risultati del primo “anno di integrazione” promosso all’interno dell’azienda e, lo scorso anno, dedicato a 13 rifugiati di età compresa tra i 16 e i 38 anni. Risultati che sono andati ben oltre le aspettative: undici dei tredici rifugiati a partire da domani proseguiranno il loro cammino professionale all’interno dell’azienda; gli altri due, se vorranno, potranno migliorare il livello di istruzione e padronanza della lingua. L’iniziativa sarà proposta anche a novembre 2016 e sarà estesa a 15 uomini e donne che avranno l’opportunità di sviluppare le proprie competenze linguistiche, culturali e tecniche per un periodo di dieci mesi.

STRADE DIVERSE. “Eravamo fermamente intenzionati ad assistere i rifugiati nel loro processo di integrazione”, ha spiegato Andreas Haffner, membro del Comitato esecutivo per le Risorse Umane e Affari sociali di Porsche Ag, “ma non potevamo immaginare che i partecipanti sarebbero stati così motivati durante tutto il processo e che avrebbero sviluppato una dinamica di gruppo così positiva”. Gli undici tra uomini e donne provenienti da Afghanistan, Eritrea, Iraq, Iran, Pakistan e Siria stanno prendendo strade diverse in Porsche: due di loro parteciperanno all’anno di preparazione Porsche, che rappresenta un’ulteriore fase preliminare prima di iniziare un tirocinio. Due dei partecipanti hanno superato le prove attitudinali per il tirocinio e riceveranno una formazione come montatore di interni e specialista di meccatronica automobilistica incentrata sulla tecnologia delle autovetture. Gli altri sette partecipanti verranno assegnati alla produzione e logistica, inizialmente per un periodo di un anno.

CAMPIONI DI INTEGRAZIONE. “Non si tratta di un’opportunità regalata”, ha precisato Uwe Hück, capo del comitato aziendale di Porsche AG, “poiché tutti i candidati devono lavorare molto duramente. Per noi una cosa è chiara: dobbiamo essere i campioni del mondo di integrazione, e non i campioni di riposo sugli allori. Solo assumendo questo ruolo possiamo fare avanzare più ampiamente le professioni tecniche nel settore dell’industria e del commercio. Integrazione non significa soltanto far conoscere alle persone la nostra cultura, ma aiutarle prima di tutto ad imparare la lingua tedesca. La formazione è, e rimane, la chiave del successo”.