L’economia femminile si sta affermando come una forza potente, e si prevede che il reddito femminile globale raggiungerà quota 24 trilioni di dollari entro il 2020, più della Cina o degli Stati Uniti. E il numero sempre crescente di donne in posizioni di leadership esecutiva cambierà il mondo del business. A dirlo è uno studio di Frost & Sullivan, The Next Frontier of Growth—Women as Corporate Customers , che fa parte del servizio Visionary Innovation (Mega Trends) Growth Partnership Subscription (GPS).

I numeri raccontano che le aziende di proprietà di donne rappresenteranno oltre il 40% delle imprese registrate in tutto il mondo entro il 2020, il che si traduce in un vasto mercato di clienti aziendali donna. La regione Asia-Pacifico avrà la più grande forza lavoro femminile e i Millennials rappresenteranno la più grande percentuale di lavoratori di sesso femminile nel 2025; l'Africa continuerà ad essere in testa per l’imprenditoria femminile. In Europa, la Norvegia sta lavorando per raggiungere la parità di genere nella forza lavoro e ha la più alta percentuale di donne (il 42%) nei cda nel 2014/15. È stato osservato che le aziende con almeno una donna nel cda hanno un rendimento migliore del 10% rispetto alle aziende guidati da soli uomini. Inoltre, le aziende con almeno il 30% di donne in posizioni dirigenziali hanno in media un aumento del 25% nei tassi di profitto.

«Entro il 2025 le donne cambieranno il paesaggio della forza lavoro, con un tasso medio di partecipazione che raggiungerà il 40% e potenzialmente altri 250 milioni di donne lavoratrici», afferma Oliva Price-Walker, Principal Consultant del gruppo Visionary Innovation di Frost & Sullivan. «Ciò colmerà il divario di genere nel tasso di partecipazione al lavoro del 25%, il che, a sua volta, avrà un enorme impatto economico sia nei Paesi in via di sviluppo sia nelle economie sviluppate. Le donne hanno dominato il mercato globale controllando quasi 31 trilioni di dollari di spesa dei consumatori nel 2014 e si prevede che questa cifra aumenterà fino a quota 43 trilioni entro il 2020. Ciò probabilmente causerà un enorme cambiamento nei comportamenti dei consumi e degli acquisti e aprirà nuove opportunità per le aziende che trattano beni di consumo e servizi. Le aziende che meglio si adattano a questo nuovo segmento di acquirenti sono destinate a crescere nel prossimo decennio».