
Addio roaming, non ci mancherai. Chiamare da Milano a Roma o da Milano a Parigi non farà più differenza, con l'abolizione degli extracosti per telefonare e navigare all'estero. La rivoluzione partirà a metà giugno, graze all'accordo raggiungo sulla vendita all'ingrosso di pacchetti di minuti e connessioni tra gli operatori (0,032 euro al minuto, 0,01 per sms e 7,7 euro per GB di connessione, dstinati a scendere progressivamente ogni anno fino al 2022, quando un Gp costerà appena 2,5 euro). Con questo sistema, i costi per le tlc saranno il 90% più bassi degli attuali, in modo che le aziende possano offrire il roaming ai clienti senza rincari. Il problema è che gli operatori "ospiti" dovranno essere in grado di recuperare i loro costi. E qui bisognerà vigilare, affinché le compagnie non si rivalgano sui clienti per queste spese.
Sulla reale convenienza dell'operazione ci sono però alcuni dubbi, sollevati ad esempio dall'eurodeputato grillino David Borrelli: «A causa delle elevate tariffe massime all'ingrosso i piccoli operatori difficilmente riusciranno a sostenere i costi per garantire il roaming zero a chi viaggia», denuncia ad esempio l'eurodeputato M5S David Borrelli che rivela come in commissione si fosse arrivati al costo di 1 euro a GB nel 2021, ma poi le cose sono cambiate.
C'è, infatti, chi ha già provato ad aggirare le regole. Si tratta di Wind e Tre, sanzionati dall'Agcom per le tariffe per il roaming imposte da aprile 2016 nonostante due diffide specifiche per obbligare le compagnie a rispettare il primo pronunciamento comunitario che dimezzava le tariffe di roaming. Tre (con la sua tariffa “Power Europe”) e la Wind (con la sua “Offerta Unione Europea”) avevano aggirato i paletti e sono state sanzionate per 258 mila euro ciascuna. Spiccioli, ininfluenti almeno quanto l'ulteriore diffida che accompagnerà la multa. La richiesta dell'Authority di una legge che consenta pene esemplari per le compagnie telefoniche, infatti, finora è rimasta lettera morta...