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La versione di Wozniak: «Apple deve aprire gli standard proprietari»

ll co-fondatore di Cupertino al World Business Forum insiste per la condivisione: «Si potrebbe costruire qualcosa di buono». E ricorda quando salvò la società dal fallimento…

Era l’altra metà del sogno Steve Wozniak: insieme con Steve Jobs nel famoso garage costruì il primo Apple da cui nacque l’incredibile storia della mela. Poi scelse un’altra strada, diversa da quella del «profitto» dell’amico.

«Apple sbaglia, fossi ancora in società insisterei per aprire molti degli standard di proprietà: sarebbe utile e bello condividere le esperienze con gli utilizzatori di altri piattaforme. Si potrebbe costruire qualcosa di buono», racconta “Woz” in un’intervista a Repubblica mentre si trova a Milano per il World Business Forum, «Con Steve eravamo molto amici, molto diversi, ma molto amici. Io volevo essere un ingegnere puro, lui voleva gestire la società, insomma ci servivamo a vicenda».

DUELLO MAC. Il momento più difficile tra i due fu nei primi anni Ottanta, quando Apple rischiò il fallimento. «Ma io non me ne sono mai andato!», precisa il 64enne professore all’università di Sidney, «lui lesse un articolo sul Wall Street Journal pensò che io me ne stessi andando da Apple perché non condividevo le sue idee. Certo sono convinto che non facessimo le cose giuste, ma io rimasi un dipendente Apple, solo lasciai il mio ruolo operativo perché amo le start up e i telecomandi erano una nuova idea».

La lite si scatenò sul Mac, ma in fondo era solo il riaffiorare di una distanza filosofica tra i due: «Gli avevo detto che rischiava di distruggere la società», dice Wozniak ricordando quei momenti ritratti nel film Jobs, «in quegli anni a tenerci in vita era Apple II, lui invece voleva concentrare tutti gli sforzi sulle vendite di Macintosh: le nostre azioni crollarono perché il progetto fallì. Ma d’altra parte non c’era un software per Macintosh, era un pessimo computer. Servirono tre anni di duro lavoro da parte nostra, non di Steve Jobs che lasciò, per costruire il mercato dei Mac. Fu allora che perdemmo la fase di crescita del mercato dei computer che invece prese Microsoft, ma salvammo la società. La strategia di Steve probabilmente avrebbe ucciso la compagnia. E sono sicurò che lo capì quando torno in sella, perché allora era una persona differente: aveva imparato cosa serve per fare un buon computer».

MENO PROFITTO. Jobs è morto lasciando l’azienda con la più grande capitalizzazione di Borsa al mondo. Wozniak sognerebbe un futuro diverso però per Apple: «Aprirei molti degli standard di proprietà: vorrei che si potessero condividere più esperienze con utenti di altre piattaforme», il pensiero dell’ “ingegnere”, «abbiamo aperto iTunes a Windows, ma io lo aprirei anche ad Android. Aprirei iMessage e condividerei con il mondo intero le migliori cose per usarle e costruire su di loro. Pensi a Facetime: non è giusto che gli altri smartphone non possano averlo. Non va bene, non aiuta lo sviluppo che Apple provi a fare solo quello che gli altri non possono».

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