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Business

Tinaba, pagare con una app. Senza commissioni

Creata dal banchiere Matteo Arpe, promette di prendere il posto delle carte di credito

Le tradizionali carte di credito hanno trovato un avversario: si fanno strada, infatti, numerosi modi per pagare utilizzando il proprio smartphone. E di recente il panorama della app per i pagamenti via mobile si è arricchito di un nuovo concorrente: è Tinaba (“This is not a bank”), che ha tutte le carte in regole per competere davvero.

COS’È. Tinaba è posseduta al 100% dal gruppo finanziario Sator e, in Italia, opererà con Banca Profilo, che ne ha opzionato il 5%. L’obiettivo di Tinaba è quella di trovare per ogni Paese una banca-partner, in modo da dare ai clienti l’opzione di sottoscrivere anche una prepagata e un conto da legare all’applicazione. La creazione di Tinaba ha richiesto un investimento di 15 milioni, ma altri 15 sono ancora a disposizione: l’obiettivo è mandare in pensione le carte di credito.

COME FUNZIONA. Matteo Arpe, di professione banchiere, fondatore di Tinaba, ci crede: questa trasformazione potrebbe mettere in crisi le banche tradizionali. Tinaba si basa sul peer-to-peer, come altre app simili, ma si caratterizza per l’azzeramento dei costi di transazione, per gli esercenti e per i clienti: la promessa è quella di «poter spostare anche un centesimo, senza nessun costo, tutte le volte che uno vuole», pensando in particolare (ma non solo) ai piccoli pagamenti sul web. L’idea è quella di stimolare l’ampia diffusione dell’applicazione e così creare un “ecosistema” che, nel tempo, possa rendere Tinaba indispensabile: eliminando le commissioni, infatti, sarà più semplice utilizzare l’app non solo per i classici pagamenti, ma anche, ad esempio, per creare casse comuni, per il crowfunding, per vendere contenuti editoriali.