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Pioggia di critiche contro il canone Rai imprese

L’emittente pubblica conferma che la tassa su pc e altri dispositivi per la ricezione del segnale tv non riguarda le famiglie

Il canone imprese, reclamato in questi giorni dalla Rai con una serie di lettere alle aziende, ha fatto scoppiare un nuovo caso intorno al servizio pubblico. In Parlamento, si sono registrate proteste sia da parte Pd che Pdl. Il deputato Pdl Bruno Murgia ha ricordato che già nel 2007 aveva presentato una proposta di legge alla Camera per esentare dal canone i proprietari dei pc, videfonini e palmari. Dal canto suo, viale Mazzini precisa che le lettere inviate in questi giorni alle aziende non si riferiscono al canone ordinario (pagato dalle famiglie), ma solo al canone speciale, «relativo a chiunque detenga – fuori dall’ambito familiare (es. imprese, società ed enti) – uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive». E aggiunge, «ciò in attesa di una più puntuale definizione del quadro normativo-regolatorio». Nonostante l’importo sia deducibile dal reddito d’impresa, il canone su tablet e pc risulta in diversi casi superiore allo stesso abbonamento per la banda larga (perché è proprio tramite la connessione web che è possibile accedere ai contenuti Rai), tant’è che alcune aziende ne stanno minacciando la disdetta.