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Il digitale terrestre ha troppi canali. Parola di Sky

La filiale italiana della pay tv auspica un intervento per la disciplina delle frequenze televisive

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Quello italiano è un mercato unico nel panorama televisivo europeo, con numero di canali del digitale terrestre che non ha pari nel vecchio Continente, 86 nazionali contro i 28 della Francia o i 24 della Spagna. Lo ha dichiarato ieri Eric Gerritsen, vicepresidente esecutivo di Sky Italia, durante un’audizione alla Commissione trasporti della Camera, convocata per un’indagine conoscitiva sul sistema dei servizi media audiovisivi e radiofonici. Anche la quantità di frequenze assegnate al Dtt in Italia è superiore a quella di altri Paesi europei: 19 multiplex nazionali mentre in altri Paesi si va dai tre agli otto. Gerritsen auspica quindi un intervento per la disciplina delle frequenze televisive e che il legislatore preveda regole di principio, semplici, proporzionate e ragionevoli, applicate a tutti senza discriminazioni o distorsioni. Lo sviluppo dei nuovi canali sul digitale terrestre ha favorito, secondo il manager, la nascita, anche nella tv in chiaro, di un’offerta tematica tradizionalmente presidio della pay tv. L’offerta multicanale su Dtt rappresenta oggi un effettivo concorrente per il bouquet di Sky: un ulteriore segnale dell’unicità del mercato italiano. Questo si riflette anche nella pubblicità: gli inserzionisti che riducono la domanda sulle generaliste Rai e Mediaset sono indotti a rivolgersi comunque alle tv tematiche dello stesso gruppo. Il manager ha inoltre auspicato l’allineamento dei tetti pubblicitari degli operatori privati al 18% (oggi per il satellite è al 12%), incrementandoli come consente la normativa europea (con il limite del 20%).