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Diritti Tv: Lega Serie A nel pallone, rischio paralisi economica

Inter, Juventus e Milan minacciano il ricorso al tribunale ordinario per risolvere la ripartizione degli introiti di Serie A. Il campionato non sarebbe a rischio, ma potrebbe venire congelata la principale fonte di sostentamento dei club

Il campionato di calcio inizierà, su questo non ci sono dubbi. A confermarlo è il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, reduce dall’assemblea che ha registrato l’ennesimo scontro tra le big (soprattutto Inter, Juventus e Milan) e gli altri club sulla ripartizione dei diritti televisivi. Il problema è che, nella peggiore delle ipotesi, le squadre scenderanno in campo senza i soldi necessari per affrontare la stagione. Già, perché in ballo ci sono 200 milioni di euro da ridividersi: utili non solo a fare la differenza con l’acquisto di uno o più giocatori, ma necessari in chiave di bilancio e di fair play finanziario. Ormai è chiaro: la legge Melandri-Gentiloni deve cambiare perché la suddivisione dei proventi nelle percentuali 40-30-30 (uguale per tutti, classifica sportiva e bacini d’utenza) non piace alle big che dopo aver perso diversi milioni nel passaggio dalla vendita dei diritti soggettiva a quella collettiva, ora rischiano di guadagnare ancora meno in base alle ultime indagini Auditel sui bacini d’utenza. La Juventus, che pensava di arrivare a 90 milioni di euro per il 2010-2011, ha scoperto che non supererà i 77 milioni; Milan e Inter, che pensavano di arrivare a 8o milioni, per ora si vedono bloccate a quota 70. Questo tipo di indagini demoscopiche chiaramente non piace alle tre big (defilate Napoli e Roma) che minacciano anche il riscorso in tribunale se non si arriverà a un accordo. Ma il ricorso alla magistratura comporterebbe il congelamento dei ricavi dello scorso campionato (e probabilmente anche del prossimo) fino al termine del procedimento. Per questo serve un’intesa, su questo sono tutti d’accordo. Il problema è trovarlo, l’accordo. Un’ipotesi sarebbe quella di eliminare quel 30% definito in base ai bacini d’utenza e ridistribuire tutto sulle percentuali di 40-60 (somma uguale per tutti e classifica) con una fase intermedia in cui i ‘sostenitori’ peserebbero solo per il 21%. C’è tempo ancora una settimana per pensarci su; intanto su una cosa sono tutti d’accordo (per fortuna). Dopo la scissione tra Serie A e Serie B, non è ipotizzabile una divisione interna. “Dobbiamo trovare un accordo – ha sottolineato l’ad del Milan, Adriano Galliani – Ci siamo appena separati dalla B, non si può fare la Lega della Lega”.

Credits Images:

Maurizio Beretta tiene in mano il pallone ufficiale per la Serie A 2011/2012