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Chi può permettersi Vespa?

Bruno Vespa ha chiesto un aumento del proprio contratto per Porta a Porta. Ed è subito scoppiata la polemica. Peccato, perché il duopolio non belligerante che caratterizza la Tv italiana permetterebbe di far risparmiare molti soldi alla rete pubblica

Il rinnovo del contratto di Bruno Vespa ha riacceso le polemiche sui supercompensi pagati dalla Rai. Si tratta di un vecchio brontolio che però in annate come questa, con previsioni di deficit di 400 milioni e urgenze di tagli spietati, è montato un po’ più del solito. Il giornalista-conduttore di Porta a porta, che chiede 1,780 milioni l’anno contro il milione e 200 mila attualmente percepito, ha protestato per gli attacchi subiti, domandandosi perché si parli solo del suo contratto e non anche di quelli dei suoi colleghi. I giornali lo hanno subito accontentato pubblicando tabelle dalle quali si vede, per esempio, che Fabio Fazio per Che tempo che fa riceve circa 2 milioni, Michele Santoro e Daria Bignardi 650 mila euro a testa, mentre 710 mila toccano a Serena Dandini e 400 mila a Giovanni Floris. Di fronte al vociare risentito di chi trova inaccettabile che la televisione pubblica continui a pagare cachet simili malgrado la crisi, gli interessati rispondono con l’argomento di sempre: alle cifre contrappongono le cifre, quelle dei loro ascolti, dell’audience che riescono a realizzare e, con essa, dei ricchi spot pubblicitari che assicurano ai loro programmi e alle rispettive emittenti. E sono numeri innegabilmente di tutto rispetto: Vespa ha uno share medio del 19%, Fazio del 16%, Santoro del 19%, Floris del 15%. Bei risultati, anche se tutti lontani dalle vette che, per fare solo un esempio, toccava Enzo Biagi con Il Fatto: stabile attorno alla sua media del 25%, aveva fiammate anche di oltre il 30%.LA RAISETMa erano tempi diversi, mercati diversi: esisteva ancora una reale concorrenza fra reti televisive; le due corazzate, Rai e Mediaset, erano divise da un’accesa rivalità che le portava a strapparsi le star con rilanci contrattuali milionari. E non erano le uniche protagoniste del piccolo schermo: anche se a grande distanza da loro, altri player cercavano di farsi strada investendo (poi si è visto quanto dissennatamente) ingenti risorse. Tutto questo creava competizione reale sul mercato. Ma oggi non esiste più. Lasciando da parte le polemiche politiche che qui non interessano, è opinione comune che ormai la guerra fra le reti del Cavaliere e quelle del servizio pubblico non siano più combattute con la tenacia e le asperità di un tempo. Quando si fa una crasi fra i due marchi, Rai e Mediaset, riducendoli a uno solo, Raiset, forse si esagera un pochino, ma non si va del tutto fuori bersaglio. E in più, facendo un giro di orizzonte, non si vedono tanti competitor in grado di disturbare davvero la navigazione dei due: c’è Murdoch, naturalmente, che ha già ingaggiato Fiorello facendo infuriare Berlusconi; ma si è fermato a questo colpo, anche perché punta su una Tv diversa ed è uomo molto attento ai bilanci. C’è anche La7 che però non è nelle condizioni economiche per ingaggiare una guerra con chicchessia. Queste osservazioni portano a una conclusione banale nella sua quasi ovvietà: le posizioni dominanti in qualunque settore sono sempre esecrabili, però quando ci sono ed è impossibile smantellarle, tanto vale almeno sfruttarne gli aspetti positivi. E l’attuale duopolio non belligerante che caratterizza la Tv italiana permetterebbe di far risparmiare molti soldi alla malmessa rete pubblica: i suoi anchorman difficilmente troverebbero altre occasioni fuori da mamma Rai. Sarà cinico, ma sarebbe l’occasione ideale per approfittarne e tagliare un po’ quei cachet.

CIFRE DA CAPOGIRO1,780 MILIONI DI EURORETRIBUZIONE RICHIESTA DA BRUNO VESPA2 MILIONI DI EURORETRIBUZIONE DI FABIO FAZIO650 MILA EURORETRIBUZIONI DI MICHELE SANTORO E DARIA BIGNARDI

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Bruno Vespa