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Canone Rai, la class action di Altroconsumo per il risarcimento

Richiesti 500 euro per ogni abbonato. La tv di stato, non essendo stata in grado di realizzare un’informazione obiettiva, imparziale ed equilibrata, avrebbe violato il contratto di servizio pubblico

Altroconsumo si scaglia contro la Rai, in particolare contro il canone. L’associazione in difesa dei consumatori, ha promosso una class action contro l’emittente pubblicata. Un’Azione Collettiva Risarcitoria a favore di chi ha pagato il canone per il 2010 per il danno causato dai comportamenti della Rai. Secondo l’associazione, la tv di Stato, non essendo stata in grado di realizzare un’informazione obiettiva, imparziale ed equilibrata, avrebbe violato il contratto di servizio pubblico e, contemporaneamente, la disciplina sulla par condicio. Altroconsumo chiede quindi che il Tribunale di Roma, davanti al quale è stata presentata l’azione, riconosca a ciascun abbonato Rai che ne faccia richiesta, un rimborso minimo di 500 euro, come risarcimento del danno subito. La prima udienza è stata fissata per il primo Giugno. Al momento hanno aderito, attraverso il sito dell’Associazione o il numero verde 800.131.889, oltre 20mila utenti.

Le motivazioni dell’Azione Collettiva Risarcitoria

Stop all’informazione in periodo elettorale «Durante la campagna elettorale che ha preceduto il voto amministrativo del 28 e 29 marzo scorso, la Rai ha cancellato dal proprio palinsesto televisivo i principali programmi di informazione e approfondimento politico, come Ballarò, Porta a Porta, Anno Zero, Ultima Parola. È venuto meno così uno dei compiti principali del servizio pubblico radiotelevisivo che è quello di consentire la formazione consapevole da parte di ciascun cittadino della propria volontà politica. Nello stesso periodo la Rai, tradendo la propria funzione di concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, con l’obiettivo prioritario di realizzare un’informazione imparziale ed equilibrata, ha riconosciuto ad alcuni partiti spazi enormemente superiori rispetto a quelli accordati alle altre formazioni politiche che pure hanno preso parte alla consultazione elettorale. Comportamento sanzionato ripetutamente dall’Agcom».

Tivusat: deve essere gratuita «Negli ultimi mesi la Rai ha iniziato a distribuire la propria programmazione su una nuova piattaforma satellitare denominata Tivusat, mettendo a disposizione dei propri abbonati smart card a pagamento con costi che variano dai 12 a 21, 60 euro. Anche in questo caso la Rai ha violato i diritti dei propri abbonati i quali, in base al Contratto di servizio, devono poter usufruire della programmazione Rai su qualsivoglia piattaforma tecnologica – satellitare, digitale terrestre, via cavo – senza alcun costo aggiuntivo rispetto a quello rappresentato dal cosiddetto canone Rai».