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Calabrò: si alla rete libera, no al ‘Far web’

Secondo il presidente dell’Agcom il diritto alla libertà della Rete «non può e non deve strangolare i diritti patrimoniali sulle opere dell’ingegno»

«Un principio fondamentale per la società che però non può e non deve strangolare i diritti patrimoniali sulle opere dell’ingegno». È chiaro Corrado Calabrò nel disegnare, nell’audizione in Senato davanti alle commissioni cultura e comunicazioni, la sua rete ideale, quella che, senza sottrarre libertà all’internauta, tutela il diritto d’autore. Una «rete libera», che però non si può risolvere in un «Far web che non è degno di un paese che crede nel diritto anziché nella sopraffazione del più svelto e del più spregiudicato». E le parole di Calabrò ricalcano i principi che hanno ispirato l’Autorità del quale è presidente, l’Agcom, nella stesura della nuova normativa sul diritto di autore on line attualmente in fase di consultazione pubblica. Uno schema di regolamento il cui obiettivo primario è proprio il bilanciamento «tra una rete libera e aperta e la protezione della proprietà intellettuale».

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Corrado Calabrò