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Viral marketing? Sì, ma…

Goal banner, atleti testimonial o semplice fund rasing. Ma attenzione: non sempre la scelta estrema risulta efficace

Da una parte la nuova forma di supporto tecnico studiata da Tim, sponsor della serie A, per catturare l’attenzione del pubblico. Ovvero? Il goal banner, una forma di pubblicità ancora più impattante del tradizionale tappeto 3D lato porta. Dall’altra, l’utilizzo dell’immagine di alcuni atleti olimpici inglesi in chiave di comunicazione da parte di Adidas (partner tecnico del Cio). Pollice verso, invece, per la singolare metodologia di raccolta fondi di Marco Nannini, skipper transoceanico impegnato nella Global Ocean Race, lanciata sul sito personale.

Tim va in goal banner. Per rafforzare la partnership, ormai pluriennale, con Lega calcio e la Serie A, Tim (naming sponsor del massimo campionato tricolore) ha deciso di spingere sull’innovazione di alcune posizioni adv, sull’onda di quanto già testato positivamente in Spagna dall’azienda di energia Galp. L’azienda tricolore, infatti, dopo alcune sperimentazioni nella scorsa stagione, ha introdotto permanentemente, in occasione delle gare del Siena, il nuovo format ribattezzato “goal banner”. Un supporto integrativo e alternativo ai tappeti tridimensionali lato porta. Goal banner (un reticolato semitrasparente in gomma protettiva) è all’interno delle porte e riesce a catturare visibilità soprattutto in occasioni di reti e di tiri da parte di entrambe le squadre impegnate. L’esposizione televisiva del marchio risulta rafforzata, tant’è che verrà utilizzato anche in occasione della SuperCoppa Tim e del Trofeo Tim.

Adidas in parata a Londra. A pochi mesi dall’Olimpiade estiva di Londra 2012, Adidas ha già iniziato a comunicare il proprio supporto tecnico nel doppio ruolo di partner del Cio e delle selezioni britanniche a cinque cerchi. Sul sito internazionale della casa tedesca, integrato con altri visual adv, appare l’immagine di un gruppo di campioni Uk che avanzano con la bandiera della “Union Jack”. Tra questi l’epthatleta Jessica Ennis, il giovanissimo tuffatore Thomas Daley e l’atleta di colore Philippe Idowu (salto triplo). Un gruppo di olimpionici riunito sotto il claim “All 2012”.

Nannini “scuffia” con la comunicazione. È un talentuoso e giovane navigatore transoceanico, Marco Nannini, ma, negli ultimi tempi, ha forzato un po’ troppo la mano nel modo di comunicare. Partito con un 40 piedi per una nuova avventura nautica (insieme allo skipper inglese Paul Peggs), destinazione Global Ocean Race 2011/12, ha deciso di raccogliere fondi invitando gli appassionati di vela a donare, senza mezze misure, contributi in denaro. Ha realizzato così un vero e proprio listino per tipologia di derrata alimentare: dai pochi dollari per una bistecca ai 100 per una bottiglia di champagne, una volta approdato in porto. Gli sponsor di “Financial crisis”, questo il nome dell’imbarcazione, non hanno sicuramente approvato l’ironica operazione di “viral marketing”, un po’ troppo borderline anche per i creativi più arditi.

Credits Images:

Il 40 piedi “Financial crisis” del navigatore transoceanico Marco Nannini