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Business

Vendere senza spendere

Creatività, talento e fantasia al servizio del business. Da 3 Italia a Negroni. Sono ormai decine le aziende che hanno organizzato la loro strategia di marketing in versione low cost. Ecco come hanno fatto

Si può fare marketing senza investimenti milionari in ricerche di mercato, campagne stampa e costosi spot? Pare proprio di sì: lo dicono le aziende che ci stanno provando. Con budget contenuti e creatività sanno fare a meno di star e Tv, puntano molto su Internet e ottengono ottimi risultati. Spendendo poco o nulla. Insomma, oltre alla classica pubblicità esistono altri modi per farsi conoscere: si chiama marketing low cost, è alla portata di tutti e funziona. Ma come? Per comunicare senza costi eccessivi la prima risposta è Internet. Ma attenzione: anche il caro e vecchio banner è stato ormai superato da altri sistemi, forse più efficaci, sicuramente più economici. «Una campagna banner tradizionale da 200 mila euro può arrivare a colpire 40 mila persone. Noi abbiamo raggiunto lo stesso risultato spendendo dieci volte meno», spiega Massimo Cavazzini, web manager di 3 Italia. Come?

Passaparola«Non stiamo parlando della pagina personalizzata su Facebook o Twitter», continua Cavazzini, «quella l’hanno tutti. Il nostro obiettivo era vendere telefonini senza pubblicità in Tv: li abbiamo dati a 150 persone scelte fra le più attive su Facebook e loro, nel bene o nel male, ne hanno scritto e parlato ai loro amici, questi ad altri e via dicendo. Abbiamo raggiunto 50 mila contatti e questo ci ha aiutato a vendere oltre 100 mila telefoni». C’è poi chi risparmia usando il web per creare intere campagne, scegliendo i creativi in rete. Medusa, la casa cinematografica che fa capo a Mediaset, con poco più di 2 mila euro ha trovato su Internet gli slogan per lanciare uno dei suoi ultimi film, Tutto l’amore del mondo, senza scomodare costosi maghi della comunicazione, mentre Unilever ne ha spesi 3.500 per promuovere una saponetta. Creatività low cost. Funziona così: usando servizi come BootB oppure Zooppa si mette su Internet il briefing della campagna da realizzare. Tutti possono partecipare alla gara e l’azienda sceglie la proposta migliore, premiandola in denaro. In media la posta in palio non supera i 10 mila euro: briciole per una grande impresa, occasione d’oro per un giovane talento. Microsoft, Nike, Telecom, Fineco, Negroni, Best Western, Invicta tra gli altri hanno affidato alla rete la loro pubblicità. «Ciò dimostra come la creatività sia diventata bene comune», spiega Aldo Cernuto, ex Young & Rubicam, che si è messo in proprio nella Cernuto, Pizzigoni & Partners, «ma senza contatto fisico con i committenti i creativi rischiano di non cogliere le esigenze dell’azienda e quando sul tavolo dei manager arrivano troppe proposte, individuare la migliore diventa un problema».

Non solo internetInsomma, il web fa risparmiare, ma un brand ha bisogno di essere seguito con una strategia di lungo periodo, e questo è lavoro per le agenzie. Internet non è il solo canale per fare promozione senza spendere capitali. Una piccola agri-hamburgeria piemontese ha spaventato McDonald’s esponendo l’insegna Mac Bun (oggi M** Bun), saltando agli onori della cronaca, con un tam tam su stampa e Tv che vale più di mille pubblicità. Volontaria o meno, una brillante operazione di marketing, davvero low cost.

Credits Images:

I siti di BootB e Zooppa, i portali della creatività dove le aziende sfidano copywriter e art director a sviluppare progetti di comunicazione. Il migliore riceve un premio in denaro