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Gucci vs Guess: è lotta per la G del marchio

I giudici di Parigi scagionano Guess dall’accusa di contraffazione del brand e di concorrenza leale. Previsto il ricorso in appello

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Attorno a quella G del marchio (tonda, quadrata o con il tratteggio), Gucci e Guess si accapigliano da almeno sei anni. E ancora non ne sono venuti a capo. Adesso, a movimentare ulteriormente le acque, arriva da Parigi una nuova sentenza (non definitiva) con la quale i giudici darebbero ragione al brand americano Guess. Un vero smacco per il marchio fiorentino Gucci che, da anni a questa parte, rivendica come propria la “G”, accusando Guess di aver indebitamente utilizzato una sua proprietà intellettuale. Eppure questo non è il parere dei giudici parigini, che hanno spiegato in un comunicato stampa: “Non vi è né contraffazione di marchi, né concorrenza sleale né parassitismo”.

PRONTO IL RICORSO. Rigettata quindi la richiesta di danni, pari a un pagamento di 55 milioni di euro, avanzata da Gucci che, anzi, dovrà farsi carico delle spese di lite. I giudici avrebbero inoltre sentenziato la parziale decadenza dei tre marchi di Gucci, internazionali e comunitari: “Il che significa che Gucci non può rivendicare l’uso esclusivo di tali marchi per determinati prodotti”, si legge nel comunicato. Immediata, ovviamente, la decisione della griffe di ricorrere in appello, che verrà depositato entro il 30 marzo. Quanto alle precedenti sentenze sul “caso della G”, Gucci aveva ottenuto una sentenza favorevole dai giudici Usa e cinesi, mentre in Italia la prima sentenza aveva dato ragione a Guess, ma poi questa è stata parzialmente modificata in appello a favore anche di Gucci. La battaglia, insomma, è ancora lunga…