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Dove ci sono meno soldi ci vorrà più cervello

La parola a Gianluca Veronesi, direttore promozione immagine Rai

Di fronte a una crisi così grave e duratura, si pongono problemi non solo quantitativi (come riuscire a mantenere gli stessi investimenti) ma anche qualitativi; si devono modificare le modalità comunicative, i linguaggi e le creatività. Non serve magnificare il prodotto, è molto più utile descriverne i contenuti e i valori. Un rapporto con l’utente che non suoni gerarchico ma dialogico e rispettoso. Per fortuna la propaganda attraverso i nostri mezzi interni ha un notevole impatto e una grande forza comunicativa. Ciò non toglie che, dovendo comunicare non più tre canali ma quindici, abbiamo bisogno di poter usare tutta la tastiera di tecnologie e di strumenti comunicativi possibili. Con i canali tematici vogliamo segmentare e diversificare l’ascolto e raggiungere pubblici lontani dalla televisione generalista. Per far questo dobbiamo utilizzare strumenti alternativi, non presenti in azienda. Ed essere multipiattaforma non significa ripetere lo stesso messaggio attraverso più tecnologie; significa predisporre contenuti diversi, profilati su pubblici diversi. I nuovi media sono parte integrante non solo della promozione ma del prodotto editoriale stesso. Capisco che quando si deve tagliare il budget si peschi dove i costi non sono fissi e obbligatori, ma la promozione non è un lusso, è una parte integrante del contenuto editoriale. Senza di essa il prodotto non solo è meno noto, ma è anche percepito come più povero. Quindi: nulla sarà come prima, nulla più si perpetuerà per consuetudine e dove ci sono meno soldi ci vorrà più cervello.

ARTICOLO PRINCIPALE – Spendere meno per avere di meglio?

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"Essere multipiattaforma significa predisporre contenuti diversi"