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Lavoro

Manager: tanto social network e poco big data

Il livello di competenze digitali dei dirigenti europei analizzato da una ricerca della Fondazione Istud, che pubblichiamo in anteprima

Un manager su tre non utilizza i big data per prendere decisioni, l’anticipazione di trend, o l’analisi dei rischi collegati ai propri progetti perché non in grado o perché non ne percepisce la rilevanza nei propri ambiti di lavoro. Quattro su dieci non si sentono perfettamente a proprio agio nell’uso di strumenti digitali per la risoluzione di conflitti. Più del 30% dei rispondenti dichiara un gap di competenza nella gestione dei propri network interni ed esterni attraverso i canali digitali. D’altra parte otto su dieci si sentono a proprio agio nell’utilizzo della vasta gamma di strumenti digitali a disposizione oggi e oltre il 60% degli interpellati dice di essere in grado di usare social media e social network in maniera efficace per accrescere il proprio business.

L’INDAGINE. Sono questi alcuni dei risultati che emergono dalla ricerca quali-quantitativa del progetto Le@d 3.0 Academy, condotta da Fondazione Istud come capofila, insieme a una “knowledge alliance” che ha coinvolto multinazionali, università, business school, corporate universities, network di formazione, piccole e medie imprese europee e finanziata dalla Commissione europea. La ricerca – condotta tra luglio e dicembre 2015 su oltre 420 manager di Italia, UK, Francia, Germania, Polonia e Portogallo – scatta una istantanea sullo sviluppo delle competenze digitali tra i manager europei, in un contesto macro che a volte non risulta di immediata comprensione. Se sono infatti sotto gli occhi di tutti i numeri collegati a crisi e disoccupazione, apparentemente potrebbe colpire e sembrare paradossale il dato della “skill shortage” di figure professionalmente preparate, testimoniato da un recente rapporto della Commissione europea, che calcola in 800 mila i posti di lavoro vacanti per carenze di competenze digitali nel nostro continente.

QUESTIONE DI FIDUCIA. Un dato interessante emerso dallo studio è quello relativo alla costruzione della fiducia digitale. Nell’era della sharing economy, materia prima dei nuovi mercati della condivisione è il trust, che diventa un obiettivo e una risorsa da gestire in tutte le funzioni aziendali e a tutti i livelli del lavoro. Se prima la costruzione di reputazione e fiducia con clienti e consumatori era di competenza stretta degli uffici marketing e comunicazione, oggi invece, con il digitale, questo diventa un elemento pervasivo che ricade su tutta l’organizzazione, dall’amministratore delegato, alle risorse umane, ai diversi professionisti che lavorano in azienda. La ricerca mette in luce come il 37% dei manager manifesti un gap di competenze in questa area e il 22% di questi esprima un bisogno di formazione nell’area dell’e-trust.

BISOGNO DI FORMAZIONE. Un ulteriore ambito dello studio riguarda la percezione degli effettivi bisogni di formazione tra i manager in area digitale. Registrati i gap di competenza tra i decisori delle aziende europee, tra le voci verso le quali questi avvertono il maggior bisogno di attività formative mirate si evidenziano i big data per la presa di decisioni (“priorità formativa” per il 12%), e l’utilizzo dei social network e social media a scopi di business (priorità per il 9%). Numeri presenti quindi ma ancora abbastanza limitati. Si potrebbe dire che molti avvertono i gap di competenza, ma sono ancora pochi quelli che si attrezzano veramente per colmarli. Probabilmente, si sottolinea dalla Fondazione Istud, affinché riuscissero a nascere nuovi innovation hub e piccole Silicon Valley in salsa europea, una maggiore presa di responsabilità in area digitale della classe dirigente continentale sarebbe auspicabile.

UNA PIATTAFORMA PER L’APPRENDIMENTO. Ecco perché la ricerca sui manager è il primo step del progetto Le@d3.0 Academy: piattaforma virtuale di apprendimento con l’ambizione di divenire una accademia internazionale per formatori che operano nelle università, nelle Business School e nell’industria ed essere in grado di generare un effetto leva nella formazione dei manager europei. Il piano di lavoro del progetto si svilupperà nei prossimi due anni. L’obiettivo è individuare il portafoglio delle competenze di leadership richieste ai manager nell’era digitale e sviluppare e sperimentare metodi e programmi di apprendimento innovativi, basati sul digitale nella nuova fase del Web 3.0.

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