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Visco, i timori sulle banche italiane sono esagerati

Il governatore di Bankitalia difende la bad bank per il recupero dei crediti deteriorati

Il governatore di Bankitalia Ignazio Visco ha risposto ai commenti di Elke König, presidente del Single Resolution Board (Srb) – l’autorità europea di risoluzione unica e secondo pilastro dell’Unione bancaria -, la quale ha bacchettato l’Italia per aver richiesto l’intervento a favore dei propri istituti bancari anni dopo rispetto a quanto fatto dalla Germania: citando Gorbaciov, ha affermato che «Chi arriva tardi viene punito dalla storia». Ma Visco rivendica le scelte fatte: «Non c’erano le condizioni tra il 2011 e 2012 per stabilire una bad bank per i non performing loans (i crediti in sofferenza, ndr) italiani semplicemente perché il livello non era il livello di oggi e l’ammontare si é materializzato per lo più dopo la crisi del debito sovrano e la posizione della Commissione è che l’aiuto di Stato non è permesso».

LA SITUAZIONE ITALIANA. Il governatore ha approfittato per esaminare il sistema creditizio italiano, che soffre in particolare per il peso dei crediti deteriorati, pari a 360 miliardi di euro nominali, che tuttavia scendono a 200 per le sole sofferenze, e addirittura a 83 miliardi (coperti tra l’altro da immobili in garanzia) se considerati al netto delle svalutazioni. Una situazione, dunque, seria ma non preoccupante: Visco ha definito le preoccupazioni del mercato circa la qualità dell’attivo «esagerate», sebbene siano da tenere in considerazione; le banche nazionali hanno ottimi sistemi di garanzia contro le sofferenze, che sono in buona parte coperte da garanzie personali, immobiliari in particolare.

CORREZIONE DELLE SOFFERENZE. Visco dimostra la medesima fiducia nei confronti della creazione di una bad bank per un approccio di correzione sistemica delle sofferenze che aveva manifestato già due anni fa, proponendo tali misure per primo. In ogni caso è necessario procedere alla riduzione del volume dei crediti deteriorati: le risorse messe a disposizione da Atlante sono limitate, ma avrebbero ottime probabilità di sbloccare il mercato, dando il via a una soluzione della questione che comunque richiederà un certo lasso di tempo. Per ora, Atlante ha raccolto fondi per 4,25 miliardi di euro, il 30% dei quali andrà a tamponare la questione dei non performing loans. Sempre al fine di risanare il sistema bancario, Visco auspica un intervento del Governo che promuova misure tese all’accelerazione del recupero crediti: agire in tal senso, e portare a due anni i tempi di recupero, significherebbe secondo il governatore addirittura dimezzare il livello delle sofferenze. In ogni caso, per Visco è auspicabile cominciare a pensare alla possibilità di una protezione pubblica: «È ormai chiaro che i mercati non trovano sempre un equilibrio da soli e quando ciò non avviene le conseguenze possono essere piuttosto gravi», ha spiegato Visco, «Ciò richiede la possibilità di ricorrere a una protezione pubblica».

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Ignazio Visco © Getty Images