
Queste banche “stanno operando in un ambiente con rischi economici più elevati, lasciandole più esposte a una recessione più lunga e profonda di quello che avevamo previsto in precedenza in Italia”. Con questa motivazione l’agenzia di rating americana Standard & Poor's ha tagliato il rating di lungo periodo per 18 istituti di credito; a essere colpite sono state le banche di medie dimensioni, mentre si salvano Unicredit e Intesa Sanpaolo, il cui rating di lungo termine, però, era stato ridotto il 10 luglio in seguito del taglio del giudizio sul merito di credito dell’Italia.
LE BANCHE. Tra le banche a subire il declassamento ci sono Ubi Banca e Credem, che scendono a livello 'BBB-'; Fga Capital, Iccrea e Mediocredito a 'BB+'; Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, Banca Popolare di Milano, Banca Popolare dell'Emilia Romagna e Banco Popolare a 'BB'; infine Unipol Banca a 'BB-'. Standard & Poor's segnala l'Istituto per il Credito Sportivo, Banca Fideuram, Mediobanca, Banca Popolare dell'Alto Adige e l'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane, i cui rating restano confermati. A seguito del nuovo giudizio, l’agenzia di rating ha rimosso anche il “creditwatch negativo” per 17 istituti; l’unica che resta nell’elenco è Banca Carige.