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Le Banche centrali scendono in campo e le Borse volano

Azione coordinata di sei istituti, tra cui Fed e Bce, per fornire dollari a basso costo e allentare le tensioni in Europa

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Accordo delle sei più importanti banche centrali – tra cui la Fed e la Bce – per aumentare la liquidità del sistema fornendo dollari a basso costo e dare così respiro alle banche europee che stanno incontrando enormi difficoltà nell’approvvigionarsi di valuta. È la decisione che ha ridato slancio ai listini finanziari del Vecchio Continente permettendo alle singole Piazze di crescere mediamente del 3,6%, con Milano e Parigi che hanno chiuso le contrattazioni ampiamente sopra i 4 punti e Francoforte vicino al 5%. Sul fronte italiano, in particolare, lo spread tra Btp e Bund a 10 anni – che aveva raggiunto in giornata i 508 punti base – ha chiuso a 474,1 con rendimento del decennale al 7,02%. COSA E’ SUCCESSO. Le banche europee – nonostante il supporto illimitato di Francoforte – faticano a rifornirsi di liquidità: gli investitori non si fidano e quindi non prestano, coscienti che la loro controparte europea, magari piena di titoli di Stato nazionali fortemente svalutati, è a rischio. Per questo motivo la Federal Reserve americana, la Banca centrale europea, ma anche la Banca del Canada, la Bank of England, la Banca del Giappone e la Banca Centrale Elvetica hanno deciso di “attenuare le tensioni sui mercati finanziari”. Come? Gli accordi di ‘swap’ ,con cui la Bce (ma anche le altre) dà alle banche europee liquidità in dollari, continueranno fino a inizio 2013 e costeranno di meno, con uno ‘spread’ dimezzato a 50 punti base sul tasso di riferimento, chiamato ‘Ois’ (Overnight index swap). Gli istituti centrali si sono anche accordati per scambiarsi velocemente liquidità in yen, sterline, franco svizzero e dollari canadesi in caso d’emergenza. La decisione, arrivata a sorpresa, ha fatto balzare le Borse, l’euro e i titoli di Stato europei anche perché una mossa concertata delle Banche centrali fa sperare sempre più in un impegno globale contro la crisi del debito. Oltre allo scudo della Bce le banche italiane hanno ricevuto una boccata d’ossigeno dalla decisione del Tesoro di mobilitare la liquidità tenuta nel suo Conto di disponibilità alla Bankitalia. Un’operazione – puntualizza il ministero dell’Economia – che è “mero adempimento tecnico” agli indirizzi della Bce, “da non mettere in relazione con quanto comunicato oggi dall’Eurotower”. Di fatto le Operazioni per conto del Tesoro (Optes) oggi hanno consentito di iniettare alle banche italiane 5,38 miliardi di euro a un giorno attraverso due aste: nella prima gli istituti di credito avevano chiesto 11,453 miliardi e ne hanno ricevuti 1,98 al tasso del 2%, superiore a quello delle aste Bce ma senza dover fornire titoli di Stato in garanzia; nella seconda hanno avuto 3,40 miliardi allo 0,99%. INTERVENTO CINESE. I buoni risultati in Borsa sono stati determinati anche dalla Banca del Popolo cinese che, praticamente in contemporanea con le altre sei Banche centrali, ha comunicato una riduzione sui requisiti di riserva di 50 punti base dal livello record del 21,5% per i grandi istituti a partire dal 5 dicembre prossimo. Si tratta del primo taglio dal 2008. La decisione riflette i timori di Pechino per un rallentamento delle esportazioni e della crescita a causa della crisi dei debiti in Europa.