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Dimmi chi sei e ti dirò come diventare ricco

La finanza comportamentale non è una panacea alla crisi né un riparo dagli investimenti sbagliati. Ma imparare a essere più razionali nelle proprie scelte può essere d’aiuto. E ora c’è perfino un test per capire se siamo scimmie o pecore quando ci occupiamo di denaro

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Affidereste tutti i vostri risparmi a una scimmia? Probabilmen­te no. Eppure li investirebbe più o meno come fareste voi. Sba­gliando. Già, perché fra le tante cose che abbiamo in comune con i primati c’è anche questa: quando si tratta di prendere decisioni fi­nanziarie non ne indovinano una. «Trent’anni di ricerche scientifiche mostrano che spesso il nostro cervello è vittima della propria ir­razionalità quando dobbiamo prendere decisioni finanziarie», conferma Matteo Motterlini, professore di Economia cognitiva e Neuroeconomia presso l’Università Vita-Salute al San Raffaele di Milano, dove è diretto­re del Centro di ricerca in Epistemologia sperimentale e applicata. «Siamo spesso vittime di trappole che si presentano in modo sistematico: seguiamo il gregge anche quando sbaglia, puntiamo su un cavallo che ha già vinto credendo che per questo vincerà di nuovo oppure teniamo in portafoglio troppo a lungo le azioni in perdita e vendiamo troppo presto quelle che guadagnano. Ci comportiamo cioè come quel giardiniere stolto che recideva i boccioli in fiore la­sciando crescere le erbacce». Siamo bravi solo in una cosa: perseverare nell’errore. «Ma l’errore può essere previsto», continua Mot­terlini. «Può apparire paradossale, ma esiste una logi­ca nella nostra irrazionalità. Se la giriamo in senso po­sitivo allora ecco che le trappole mentali se le conosci le eviti. Certo non è facile perché a quanto pare non siamo stati progettati come un perfetto “uomo econo­mico”. E questi limiti di progettazione possono anche dare esiti catastrofici quando si tratta dei nostri rispar­mi». Meglio investire in Bot o tenere i risparmi sotto il materasso? Quali azioni faranno il botto in Borsa? Qua­lunque sia la vostra risposta probabilmente non è quel­la corretta. Ma perché siamo così ingenui? La colpa sta­rebbe proprio nel cervello e nei suoi processi cogniti­vi inconsci che agiscono a nostra insaputa. Altro che crisi internazionale o congiuntura difficile: se il nostro gruzzoletto in banca ultimamente non è cresciuto, for­se la responsabilità è prima di tutto nostra. «Dall’avver­sione alle perdite all’illusione di controllare gli even­ti, dal comportamento scimmia a quello pecora, pos­siamo contare circa dieci macro errori di valutazione e non c’è modo migliore di smascherar­li che mettersi alla prova». Come? Con un test. Si trat­ta di un questionario basato sulle più recenti scoper­te nel campo della finanza comportamentale realizzato da Schroders Italia in partnership scientifica con Mat­teo Motterlini e disponibile sul sito Investimente.it. Al pari di un righello, capace di svelare l’illusione ottica delle righe parallele e che sembrano storte, il test porta alla luce, in ciascuno di noi, le trappole mentali più fre­quenti e ostinate, aiutandoci a fare le scelte finanziare in maniera razionale. Non è il solito quiz da rivista settimanale e neppu­re si sostituisce ai questionari di adeguatezza e appropriatezza previsti dalla normativa MiFID. Non propone soluzioni d’investimento o asset allocation, quindi inutile cercare qui la risposta su come diven­tar ricchi in Borsa. L’obiettivo di questo strumento, messo a punto in esclusiva per il mercato italiano, è infatti quello di individuare le emozioni e gli automatismi mentali che possono portarci a scelte d’investimento non ottimali. «La finanza comportamentale riscuote da tempo un interesse diffuso», conferma Luca Tenani, responsabile distribuzione Italia di Schroders, società di asset mana­gement globale con un patrimonio gestito di oltre 261 miliardi di euro, «ma fino a oggi abbiamo visto molta teoria e poca pratica. Noi proviamo invece ad anda­re sul concreto: con il Test dell’investitore consapevo­le gli operatori professionali possono migliorare la ge­stione dell’emotività dei clienti e la consapevolezza del modo in cui il loro cervello prende le decisioni, così da effettuare scelte più serene e razionali. Tutto ciò con la finalità di approfondire la conoscenza reciproca e sta­bilire una relazione professionale più soddisfacente». Niente a che vedere con la vendita di prodotti finan­ziari? «Il test è lontano da logiche commerciali e non è un questionario di profilazione classica, ma uno stru­mento di lavoro per aiutare i consulenti a conoscere meglio gli investitori e gli investitori a conoscere me­glio sé stessi». I risultati? Per ora sono circa duemila i questionari compilati in poco più di due mesi, resta da vedere se il portafoglio di questi investitori ravveduti darà maggiori soddisfazioni di quello di una scimmia. E non stentiamo a crederlo.

I dieci errori più frequenti da Trappole mentali. Come difendersi dalle proprie illusioni e dagli inganni altrui, di Matteo Motterlini, Bur, 2010E tu che investitore sei?I cinque profili più comuni, e le motivazioni alla base di azioni controproducenti