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Decreto salva banche: il piano per CariFerrara, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti

I punti salienti del meccanismo di risoluzione adottato dal governo, con il via libera della Ue, che permetterà il salvataggio di quattro istituti di credito, senza toccare depositi e conti correnti

È stato varato dal governo un decreto che consentirà il pagamento differito delle tasse alle banche che interverranno per il salvataggio di quattro istituti di credito in crisi: CariChieti, CariFerrara, Banca Marche e Banca Etruria. Il piano permetterà alle quattro banche di continuare a operare grazie a 3,6 miliardi di euro a carico del sistema bancario, necessari per liberare gli istituti dai crediti in sofferenza, e – sottolinea il governo – tutelerà pienamente i correntisti”. Ma soprattutto il programma deciso dall’esecutivo “non prevede alcuna forma di finanziamento o supporto pubblico alle banche in risoluzione o al Fondo nazionale di risoluzione” ed esclude “il ricorso al bail in”, ovvero al salvataggio delle banche in difficoltà con i fondi di azionisti, obbligazionisti e correntisti sopra i 100 mila euro.

VIA LIBERA DALL’UE. L’operazione, come riportato dall’agenzia Ansa, è stata oggetto di un lungo braccio di ferro con l’Unione Europea, che ha sempre visto il ricorso al fondo interbancario per la tutela dei depositi come una forma di aiuto di Stato. Domenica 22 novembre, invece, il governo ha incassato il via libera all’operazione. Ecco, nel dettaglio, i punti salienti del meccanismo di risoluzione adottato dal governo con il via libera dell’Unione.

DEPOSITI E CONTI CORRENTI SENZA PERDITE. Depositi, conti correnti e obbligazioni ordinarie sono tutelati. Le perdite sono state assorbite in prima battuta dagli strumenti di investimento più rischiosi: le azioni e le “obbligazioni subordinate”.

DOMANI RIAPRONO FILIALI 4 BANCHE “NUOVE”, BAD BANK UNICA. La parte ‘buona’ degli istituti, sgravata dalle sofferenze che confluiscono in una unica bad bank, rinasce con il titolo “nuovo” davanti alla denominazione: “Nuova Banca Marche”, “Nuova Banca Etruria” etc…, mentre le quattro banche originarie sono liquidate con procedura coatta. La bad bank si accolla i crediti deteriorati per 8,5 miliardi che vengono massicciamente svalutati a 1,5 con l’obiettivo di cederli rapidamente sul mercato.

NICASTRO PRESIDENTE TUTTE E 4 BANCHE NUOVE. L’ex d.g. di Unicredit sarà affiancato da Cda snelli dove siederà anche la ex responsabile di S&P Italia, Maria Pierdicchi.

BANCHE PRESTO ALL’ASTA. Non solo le sofferenze. L’accordo con la Ue prevede una vendita al più presto delle 4 banche ripulite con l’obiettivo di massimizzare il profitto.

ESBORSO TOTALE 3,6 MLD, DI CUI 1,8 RECUPERABILI. L’obiettivo della cessione è recuperare infatti parte dell’impegno finanziario immediato del Fondo di Risoluzione che, complessivamente per le quattro banche, è così suddiviso: circa 1,7 miliardi a copertura delle perdite delle banche originarie (recuperabili forse in piccola parte); circa 1,8 miliardi per ricapitalizzare le banche buone (recuperabili con la vendita delle stesse). Circa 140 milioni andranno a dotare la banca cattiva del capitale minimo necessario a operare.

LE TRE ‘BIG’ ANTICIPANO LIQUIDITÀ CON PRESTITO. La liquidità necessaria al Fondo di Risoluzione per iniziare immediatamente a operare è stata anticipata da tre grandi banche (Banca Intesa Sanpaolo, Unicredit e Ubi Banca), a tassi di mercato e con scadenza massima di 18 mesi.

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