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Confusione bitcoin, Mt.Gox chiude improvvisamente

Il più famoso cambia valute della moneta elettronica scompare dalla Rete per motivi di sicurezza non meglio precisati. A rischio 100 milioni di dollari degli utenti

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Mt. Gox, il più famoso cambiavalute di bitcoin, la moneta digitale, ha chiuso improvvisamente. La società di fatto è sparita dal Web e martedì sul suo sito è stato pubblicato un messaggio che spiegava che le transazioni erano state bloccate in attesa di alcune verifiche. Un messaggio che ha mandato nel panico tutti quegli utenti che avevano depositato su Mt. Gox i loro bitcoin e che molto probabilmente non potranno più ritirarli. Mt. Gox era infatti uno dei maggiori cambiavalute (exchange) del settore, ma faceva anche da banca per gli utenti, conservando i loro depositi. I bitcoin, infatti, possono essere custoditi in due modi: attraverso uno di questi exchange on line o su un portafoglio digitale creato sul proprio Pc. Poiché non si tratta di una banca tradizionale, non esiste alcuna protezione pubblica per chi deposita i propri soldi. Inoltre sembra che Mt. Gox non fosse assicurata.

Secondo alcune stime presso Mt.Gox erano depositati circa 744 mila bitcon, pari al 6% di tutti quelli in circolazione, per un valore vicino ai 100 milioni di dollari. Ma fonti definite “interne” all’azienda parlano di perdite vicine a 350 milioni di dollari. Mark Karpelese, fondatore di Mt.Gox è scomparso e al momento risulta irreperibile. Il fondatore di Mt.Gox, Mark Karpelese, domenica scorsa ha abbandonato il board della Bitcoin Foundation (l’associazione che si occupa dello sviluppo e della diffusione della moneta virtuale), del quale è stato uno dei fondatori, dopo aver annunciato che la sua società avrebbe presto cambiato sede (oggi a Tokyo) per motivi di sicurezza non meglio precisati. E proprio la sicurezza sarebbe stato il punto debole dell’azienda. Da alcuni mesi, infatti, in molti sconsigliavano di investire su questo portale perché più volte aveva dato prova di fornire un servizio poco sicuro. Gli attacchi continui degli hacker sarebbero la causa principale delle perdite. Tanto che due settimane fa Mt.Gox aveva sospeso i prelievi da parte dei clienti, adducendo come motivo la scoperta di un “baco” nel suo sistema informatico, capace di consentire le truffe. Ma secondo gli esperti della stessa Bitcoin Foundation l’attacco informatico denunciato sarebbe di un tipo capace di rallentare o interrompere le operazioni ma non di manipolarle.