
Massimo Doris, figlio di Ennio e Ceo di Mediolanum
Mentre il G20 dichiara guerra ai paradisi fiscali, Mediolanum incassa un super dividendo proprio grazie alle proprie controllante irlandesi: 245 milioni di euro in arrivoi, di cui 111 per la controllante Mediolanum Spa. E si tratta solo di acconti.
Si tratta di una cifra di quasi 100 milioni di euro inferiore ai 344 milioni contestati all'istituto dall'Agenzia delle Entrate proprio per i rapporti con Dublino.
FISCO DA "RETROCESSIONE". Al centro della battaglia - iniziata da oltre un anno - ci sono le "retrocessioni", cioè le commissioni che l'irlandese Mediolanum International Funds (la società che gestisce i fondi del gruppo) gira alla controllante. Su queste cifre viene calcolata la tassazione per la società di risparmio gestito, da poco divenuta anche banca a tutti gli effetti.
Secondo il fisco italiano, le retrocessioni sarebbero state troppo basse permettendo di sfruttare le aliquote agevolate dell'isola dal 2005 al 2013: il conto di 344 milioni sarebbe la somma di sanzioni e mancate imposte ed è superiore agli utili dei primi nove mesi del 2014 (247 milioni di euro).
RICORSO EUROPEO. Mediolanum si è difesa facendo ricorso all'arbitrato europeo. Anche considerato la retrocessione standard del 57%, il gruppo conta di pagare al massimo 53,33 milioni di euro che sono già stati accantonati.
La battaglia non sembra destinare a finire in tempi brevi come invece sarà per la gestione di Silvio Berlusconi che, persi i requisiti di onorabilità per la condanna nel processo Mediaset, dovrà vendere il 20% in mano a Fininvest entro tre anni.