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Gli italiani sono sempre più sfiduciati e messi alla prova. Ma non vogliono ancora mollare, tanto che, nonostante tutto, non rinunciano alla ricerca di soluzioni individuali e collettive. È la fotografia scattata da La società italiana al 2019 , il rapporto Censis sulla situazione attuale nel nostro Paese, da cui emerge che i nostri connazionali non hanno ancora perso il “furore di vivere”. Per questo, si impegnano nella costruzione di “muretti a secco”, ossia di barriere che aiutano a contenere le difficoltà del Paese. Fra questi, si riconfermano elementi su cui da sempre si poggia la crescita della nostra Penisola: la dimensione manifatturiera e il comparto industriale, che per ampie fasce della popolazione possiedono ancora la capacità di innovare. Del resto, alcune aree del nostro territorio non sono affatto in declino, anzi, come dice il rapporto vantano “un tasso di crescita del prodotto interno lordo e dei consumi paragonabili alle migliori Regioni europee”. Quali? Soprattutto il nuovo triangolo industriale tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Fra i punti di riferimento degli italiani, c’è anche la rinnovata fiducia per l’Unione Europea: oggi il 62% dei nostri connazionali è convinto che non bisogna uscire dall’Ue. Nella lista dei muretti a secco gli italiani inseriscono poi elementi innovativi, come l’attenzione ai cambiamenti climatici, che da un lato favorisce la partecipazione sociale e dall’altro contribuisce a lanciare forme di economia innovative come l’economia circolare.
Accanto agli elementi che danno stabilità agli italiani, ci sono anche quelli che li preoccupano. Quali sono? Il mattone, i titoli di Stato e la liquidità. Del resto, basti pensare che dal 2011 la ricchezza immobiliare delle famiglie è scesa del 12,6% in termini reali e che i rendimenti dei Bot sono bassissimi, tanto che il 61% dei nostri connazionali non li comprerebbe più. Nemmeno il lavoro, ormai, dà certezze.
E così, sebbene i cittadini continuino a cercare strategie di sopravvivenza, non hanno più fiducia in nulla, né nella pubblica amministrazione né nella politica né negli altri, e spesso finiscono con lo sviluppare una forte ansia. Ma per fortuna continuano a sperare in un futuro migliore e ad avere una buona qualità della vita: nel 2018 hanno speso 71,5 miliardi di euro per attività ricreative e culturali. Inoltre, negli ultimi anni sono aumentati del 19,7% coloro che fanno volontariato, del 31,1% chi visita monumenti o siti archeologici, del 14% chi frequenta musei.