bitcoin mining

Bitcoin a picco: conviene ancora fare mining? Alla fine la bolla delle criptovalute è esplosa e da ieri tutte le principali monete elettroniche registrano cali a doppia cifra. Il Bitcoin, in particolare, è tornato sotto quota 12 mila dollari, ai minimi da un mese è mezzo. Non va meglio a Ethereum e Ripple. Fa sorridere che a dare una sterzata forse decisiva alla crescita incontrollata delle quotazioni delle criptovalute sia stata la Cina, uno dei Paesi dove il fenomeno è esploso. A causare la frenata sono state le indiscrezioni, riportate dalla Reuters , che parlano della volontà di Pechino di vietare il trading centralizzato delle criptovalute. Il primo crollo, a ridosso di Natale, era arrivato per la decisione simile da parte della Sud Corea per limitare la speculazione.

Bitcoin a picco: conviene ancora fare mining?

A differenza del mining dei Bitcoin, il trading centralizzato è quello che si realizza attraverso piattaforme come Coinbase o Kraken, i canali dove più facilmente è possibile acquistare e vendere elettroniche. . Le autorità cinesi hanno già vietato il trading dalle piattaforme di scambio, hanno limitato l'attività delle miniere di criptovalute, anche se lo scambio e le operazioni in Bitcoin proseguono attraverso canali alternativi. Da quando infatti sono diventati popolari e hanno cominciato a essere accettati nel mondo reale come moneta di scambio, i Bitcoin e le altre criptovalute sono usciti dal mondo del dark web, dove erano stati utilizzati spesso per l'acquisto di droga o di armi. 

Che cos'è il mining?

Il Bitcoin è una moneta decentralizzata, che va "estratta" dalla rete di scambio creata dal suo inventore, noto con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto. Questa attività si chiama mining e prevede un numero fisso di monete che potranno venire create nel tempo. Per generare, e ottenere Bitcoin, gli utenti devono prendere parte alla rete in modo attivo, e contribuire con la potenza di calcolo del proprio computer alla sicurezza della rete stessa. Ogni utente può ricevere una ricompensa in Bitcoin in base alla potenza computazionale che aggiunge alla rete.

A partire dal 2012 la ricompensa di Bitcoin per blocco elargiata agli utenti è passata da 50 BTC a 25 BTC, e lo è stata per i successivi quattro anni. Riducendosi, questa generazione di Bitcoin, la fonte di guadagno per chi effettua mining diventeranno le commissioni di transazione incluse nei blocchi, anziché la generazione di moneta. Ecco da dove nasce la speculazione.

Come funziona il Bitcoin mining

Per fare Bitcoin mining e diventare quindi un miner, è necessario unirsi a un consorzio in cui ogni partecipante cede una parte di risorse del proprio computer per eseguire calcoli complessi. Una volta che una persona si sarà unita al pool e avrà creato il proprio account personale, dovrà scaricare un programma in Java per svolgere le operazioni di calcolo, soprattutto crittografie.Ogni volta che un pool trova la soluzione alla crittografia il sistema lo premia con pacchetti da Bitcoin. Le monete poi sono ripartite tra i vari membri, in base al contributo e le risorse messe a disposizione.

Per diventare un miner di Bitcoin sono quindi necessari: un PC, una connessione Internet, un wallet specifico per Bitcoin, e Java installato sul proprio hard disk. Poi, non importa quel sistema operativo voi stiate usando, sia Windows, Linux o Mac, ognuno di questi ha software appositi per fare mining. Chi decide di utilizzare un normale microprocessore dovrà assicurarsi di avere una scheda grafica con memoria dedicata e un processore ad alte prestazioni. Anche se, bisogna dirlo, sarebbe meglio avere una macchina dedicata con buone ventole di raffreddamento ed essere pronti a veder salire la bolletta dell'energia elettrica. Servono dunque investimenti importanti per iniziare, mentre il ritorno economico è tutto da scoprire.