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Altro che Vettel, il campione della Ferrari è Marchionne

I risultati in pista latitano, quelli nei conti fioccano: utili record (anche grazie al trasferimento a Londra), consegne verso la fatidica quota 10 mila vetture all’anno

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Non è Sebastian Vettel, ma Sergio Marchionne il fenomeno alla guida della Ferrari. Il n.1 della Rossa sale sul primo gradino del podio con i numeri 2016: utili record, 120 milioni di dividendi per far felici gli azionisti (27,6 andranno alla sola Exor), il titolo che schizza a 60 dollari per azione (+64% dall’Ipo) e il tetto di 8 mila vetture consegnate in un anno sfondato. Nel 2017 dovrebbero essere 8.400, sempre più vicine a quelle 10 mila consegne indicate come target massimo da non superare per aumentare la redditività senza inondare il mercato di modelli.

Poco importa che la Formula 1 veda ormai da qualche anno la Ferrari solo come una comprimaria, anche per le colpe dell’uomo di fiducia di Marchionne, Maurizio Arrivabene. Vettel e Raikkonen annaspano nelle retrovie guardando da lontano le Mercedes, ma i risultati sportivi non sono più indispensabili per trainare le vendite. Il Cavallino rampante è un brand affermato e vitale, che non osa dove rischia di farsi male e di snaturarsi (i Suv, per esempio) ma resta un sogno per i ricchi di tutte le latitudini. Ogni modello fa il tutto esaurito ancora prima di arrivare sul mercato e il 70esimo anniversario che cade quest’anno regalerà altre sorprese.

La realtà intanto sono i numeri: dividendo di 63,5 centesimi per azione, utili record di 400 milioni (+38%) a fronte di un margine comunque in ottima salute (+18% a 880 milioni, che nel 2017 dovrebbe sfiorare il miliardo di euro). Uno squilibrio evidente che premia anche la scelta di Marchionne di portare la Ferrari a Londra, togliendo il peso del fisco italiano dai conti della Rossa. Che sarà anche lenta in pista, ma non quanto la politica italiana che fa fuggire le nostre eccellenze stritolate dalle tasse.

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Sergio Marchionne, il miglior "pilota" della Ferrari © Getty Images