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Start up in Europa a ritmo di quelle Usa

Cresce del 600% il numero dei finanziamenti sbloccati tra il 2009 e il 2013. Le idee più promettenti: l’inglese King, la tedesca Zalando e la svedese Spotify

Non si può certo ancora parlare di una Silicon Valley europea. Tuttavia, stando all’analisi condotta dalla rivista online TechCrunch sulla base dei dati raccolti dal sito specializzato in investimenti BrightSun, l’Europa starebbe scommettendo sulle proprie imprese hi-tech.

Dal 2009 all’agosto 2014 è infatti aumentata la natalità delle start up europee, nonché il peso dei fondi medi sbloccati a sostegno. Come è noto, il sistema di finanziamento di una start up prevede prima una fase seed, durante la quale si valuta se dall’idea può nascere un’impresa, poi i così detti “primo round”, “secondo round”… Il tempo tra le prime due fasi è di 300 giorni in America e di 250 in Italia, mentre tra un round e l’altro trascorrerebbero 486 giorni in Italia e solo 375 in Usa.

Ebbene, in Europa il numero di finanziamenti è cresciuto del 600% tra il 2009 e il 2013, contro una crescita del +85% in Usa. Nello specifico, nei primi mesi otto mesi 2014 i finanziamenti medi legati alla fase seed sono raddoppiatiin Europa passando dai 150mila euro del 2013 agli attuali 300 mila euro.

Quanto al valore medio dei finanziamenti del primo round, dal 2009 al 2013 questo è aumentato del +73% nell’Ue, contro il +28% americano. Due le città di riferimento delle start up europee: Londra e Berlino.

Tra i casi più promettenti spiccano l’inglese King, start up del mondo del social game, entrata in borsa lo scorso marzo e valutata 7 miliardi di dollari, e il portale tedesco di e-commerce Zalando, il cui valore si aggirerebbe sui 5 miliardi di dollari.

Stessa valutazione per il servizio svedese di streaming Spotify (5 miliardi di dollari). Seguono il sito francese Blablacar, specializzato in passaggi in auto, e Klarna, attiva nel settore delle transizioni on line: entrambe sono valutate 1 miliardo di dollari.

Sebbene il gap con l’America persista (King vale un terzo meno dell’americana DropBox, quotata 10 miliardi di dollari), gli analisti sostengono che il trend sarà costante. A tutto vantaggio dell’Europa.

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@ Flickr/dierken