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Stadi, lavori in corso

L’età media degli impianti sportivi italiani è di 67 anni. Eppure gli incassi da stadio possono avere un peso significativo sui bilanci dei club. Nella Premier League inglese valgono il 42% del fatturato delle squadre, in Italia solo il 12%

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In Italia si contano ben 126 impianti sportivi utilizzati dal calcio professionistico, di cui 69 hanno una capienza inferiore ai 10 mila posti. Queste strutture sono obsolete – avendo un’età media è di 67 anni – poco confortevoli e non pienamente rispondenti agli standard di sicurezza. La situazione è ancora peggiore se si analizzano i dati relativi alle arene, ai palazzetti dello sport e alle infrastrutture utilizzate da altre discipline sportive (si pensi soltanto alla scherma o alla ginnastica artistica): gli impianti esistenti sono costruiti senza requisiti di polifunzionalità, non sono integrati nel tessuto sociale e mostrano carenze sotto il profilo della gestione (come emerge da una recente ricerca condotta da SponsorNet). Eppure il calcio genera un giro di affari annuo di più di 6 miliardi di euro, pari a quasi mezzo punto di Pil (secondo i dati forniti da Innovare Stadi). Di questi, solo una piccolissima parte, neppure 250 milioni di euro, pari a meno del 5%, arriva dallo sfruttamento delle strutture sportive. Il cosiddetto “fattore stadio” per le quattro squadre più importanti (Juventus, Milan, Inter e Roma) vale, infatti, non più del 15% del giro di affari complessivo, generando appena 30 milioni di euro all’anno. Le percentuali degli incassi da impianti sportivi, rispetto al fatturato, sono per il campionato italiano del 12%, mentre per la Premier League inglese arrivano al 42%. Non stupisce quindi che le stime del giro d’affari finalizzato alla costruzione e al rifacimento degli impianti italiani entro il 2016 siano pari a 4 miliardi di euro. Valutazione che arriva alla cifra record di 20 miliardi di euro includendo anche le arene, i palazzetti e le infrastrutture sportive. Nonostante questo deprimente stato dell’arte, si continua a tentennare sulle iniziative da approntare per facilitare la nascita di nuovi impianti, più moderni e in linea con le attuali esigenze dello sport-entertainment. I parlamentari Giovanni Lolli (Partito Democratico) e Alessio Butti (Popolo delle Libertà) hanno presentato alla Camera dei Deputati un disegno di legge ad hoc per favorire le procedure di attuazione di nuovi progetti di impiantistica sportiva, dove l’incontro tra pubblico e privato è un elemento strategico per la buona riuscita dell’intera operazione. Le società di serie A – dai grandi club come Milan, Inter, Lazio, Roma, Fiorentina alle società di medie di dimensioni – hanno manifestato interesse nei confronti dell’ipotesi della costruzione di una nuova struttura che abbia forma privatistica. Tuttavia l’unica ad aver dato certezze reali ai propri tifosi è la Juventus.

La “Vecchia signora” apre le danzeUn impianto da 40.200 posti. Pronto nel 2011 con un budget stimato in 100 milioni di euro. Ecco il nuovo stadio della Juventus, la nuova«casa di tutti i tifosi bianconeri», come ha spiegato ai media il presidente Giovanni Cobolli Gigli. Sorgerà nell’area attualmente occupata dal Delle Alpi e avrà il nome di uno sponsor. Con negozi, bar e tanto altro, occuperà un’area totale di 355 mila mq. Comprenderà otto aree ristorazione, 24 bar, 459 posti stampa, 84 sky box, 34 mila mq di aree commerciali e 30 mila mq di verde, sui quali sorgeranno una galleria di negozi, uno shopping center e un magazzino di bricolage e fai-da-te. Previsti anche giardini, piazze e parcheggi per 4 mila auto. La gara d’appalto per la costruzione si è già svolta, questo mese verrà scelto il contractor e ad aprile inizieranno i lavori. Lo stadio dovrebbe essere pronto a giugno del 2011. Il progetto prevede di recuperare tutta la parte interrata del Delle Alpi, compresa la zona del campo di gioco. Al di sotto delle gradinate saranno realizzate le aree di servizio. Nella parte superiore sorgerà lo stadio, con le gradinate e i palchi: il tutto è inserito in un unico profilo a semicerchio. La copertura degli spalti, studiata in galleria del vento, verrà realizzata ispirandosi al profilo delle ali degli aerei: una struttura leggera, realizzata in una membrana in parte trasparente e in parte opaca, per permettere una visione ottimale, sia diurna sia notturna, e per garantire il passaggio di luce sufficiente alla crescita dell’erba del campo. Un fondamentale contributo è stato messo a disposizione da due firme dello stile italiano: Giugiaro Design e Pininfarina Extra.

“Divorzio” a San SiroLa Fc Inter, a partire dalla stagione 2012-13, è pronta a lasciare San Siro per un nuovo impianto nel comune di Pero. Il progetto è stato elaborato con la consulenza di Sports investment group, società attiva nella realizzazione e sviluppo di grandi arene sportive. Costerà 400/500 milioni di euro e avrà una capienza pari a 60-65 mila posti. Previsti 120-150 sky-box sviluppati su una superficie media di 35 mq, 800 box-loggia di 15 mq, tre livelli di tribune d’onore, 80 punti di ristoro, quattro ristoranti e un’area destinata solo ai negozi. All’interno la sede dell’Inter con la sala dei trofei, il museo e gli store per il merchandising. L’80% dell’investimento globale sarà coperto da fondi e banche, il resto dall’azionista di riferimento (il presidente Massimo Moratti). I ricavi principali arriveranno dalla cessione dei diritti di nome dello stadio, dalle sponsorship e dalle aziende che prenoteranno/acquisteranno box e negozi. Una cifra non inferiore, secondo gli analisti, a 40-50 milioni di euro annui. Se l’Inter opterà per il “divorzio” da San Siro, il Milan, almeno in una fase di breve periodo, non si muoverà dal Meazza, dove sono stati già allestiti sky box di ultima generazione. Anche i rossoneri, però, guardano al futuro. Una soluzione percorribile potrebbe arrivare con il coinvolgimento del gruppo Ligresti (già partner dell’Ac Milan con il marchio Ata Hotels). Come seconda opzione la valorizzazione dello stadio Meazza a San Siro, ancora oggi il migliore “teatro” tricolore il calcio.

Modello tedesco per Della ValleAnche la famiglia Della Valle, proprietaria dell’Acf Fiorentina, ragiona in grande sul terreno dell’impiantistica. Il nuovo stadio dei viola avrà come benchmark di riferimento l’Allianz Arena di Monaco di Baviera. L’impianto bavarese, con 66 mila posti a sedere, è stato inaugurato nel 2006 in occasione dei Mondiali di Germania e conta 160 sky box, che la società tedesca affitta agli sponsor. Ogni anno il mega stadio di Monaco (utilizzato anche dal “Monaco1860”, secondo club della città) guadagna oltre 6 milioni di euro ed è anche oggetto di interesse turistico per almeno 100 giorni l’anno (nei cosiddetti “no match days”). Un flusso turistico che, solo per il merchandising, produce entrate per ulteriori 14 milioni di euro. Il progetto dei Della Valle sarà un impianto da 40-50 mila posti da realizzare entro i prossimi tre anni. Lo studio, la creazione e la realizzazione dell’impianto sono stati affidati all’architetto Massimiliano Fuksas. “Viola”, questo il nome dello stadio, sorgerà su un’area di 40-50 ettari di cui solo otto saranno occupati dalla struttura sportiva: il resto, invece, ospiterà ristoranti, locali, alberghi, negozi, musei, attività ricreative (previsto anche un parco tematico sul calcio, una sorta di Disneyland del football mondiale). Quanto alla location, in pole position resta il quartiere di Castello, di gradimento sia alla società sia all’assessore allo sport Eugenio Giani. Ma restano in gara anche Signa, Campi, Scandicci, Osmannoro, tutte situate nella Piana fiorentina.

Impianti da capitaleIl nuovo stadio della Ss Lazio sarà pronto nel 2012. Lo ha annunciato il presidente bianco-celeste Claudio Lotito in una recente intervista a Il Tempo. Per avviare l’opera, mancherebbe solo il via libera del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ma secondo il patron capitolino: «Se c’è la volontà di tutte le componenti istituzionali della Regione, bastano sei mesi per ottenere le autorizzazioni necessarie e poi due anni e mezzo per realizzarlo. Quindi il 2012 potrebbe essere una data attendibile. Dobbiamo costruire una struttura avveniristica». Lo stadio, infatti, ha sottolineato Lotito,«porta oltre a tanti soldi anche ritorni occupazionali importanti. Sono previste circa tremila assunzioni nelle attività dirette e indirette. Nella struttura ci sarà anche un albergo, senza dimenticare cinema e supermercati». Lo stadio delle Aquile, questo il nome dato all’impianto sportivo, avrà una capienza di 50-55 mila posti, sorgerà sulla via Tiberina o in località Settebagni.Sull’altra sponda del Tevere, ovvero in casa As Roma, le dichiarazioni di interesse sono all’ordine del giorno. Tutti convengono sull’importanza di costruire un nuovo stadio di proprietà, per una squadra stabilmente posizionata nella parte alta del campionato, oltre che in Europa. Lo afferma (quasi quotidianamente) la famiglia Sensi, proprietaria del club, così come il sindaco di Roma, mancano, però, le informazioni più importanti per poter valutare il progetto: data di realizzazione, business plan del progetto, area individuata per la costruzione dell’impianto.

I piccoli sognano La necessità di massimizzare i ricavi è un problema comune ai grandi come ai piccoli club. Questi ultimi, almeno sulla carta, hanno la possibilità di abbreviare i tempi di realizzazione degli stadi coinvolgendo le autorità locali. Hanno anche a disposizione tifoserie molto fedeli, ma resta da capire le potenzialità commerciali di queste strutture in bacini di utenza limitati. L’Atalanta, il Genoa, la Sampdoria, o ancora il Siena calcio, hanno in cantiere diverse ipotesi, ma la fattibilità è legata a filo doppio all’ingresso di nuovi capitali “privati”. Una risorsa ormai rara nel calcio italiano, toccato seriamente dalla crisi dei mercati finanziari degli ultimi mesi. Nel 2009, però, dovrebbe diventare legge il testo di Lolli-Butti. Solo allora si capiranno le potenzialità del mercato dell’impiantistica sportiva tricolore.

Credits Images:

Un’immagine del nuovo stadio della Juventus, che sorgerà nell’area oggi occupata dal Delle Alpi e avrà il nome di uno sponsor