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Sì alla legge di Stabilità, ora voto alla Camera e dimissioni premier

Il via libera definitivo di Palazzo Madama apre al strada al passo indietro di Silvio Berlusconi a cui dovrebbe succedere un governo guidato da Mario Monti

Tutto come previsto. Il Senato ha approvato la Legge di Stabilità, un pacchetto di norme – modificate con emendamenti in commissione bilancio – che dovrebbero dare una prima risposta alle sollecitazioni dell’Europa e del Fondo monetario internazionale, che chiedono azioni immediate ed efficaci per rilanciare la crescita e ripristinare la fiducia dei mercati sul debito pubblico italiano. L’aula di Palazzo Madama si è espressa con 156 sì, 12 voti contrari e un astenuto (i sì sarebbero in realtà 158 perché il senatore astenuto e uno dei voti contrari dichiarano subito dopo in aula di aver sbagliato voto). Il pacchetto di norme è arrivato in Aula dopo l’approvazione da parte della commissione Bilancio del Senato che ieri ha ricevuto una visita da parte degli ispettori inviati dalla Ue. La commissione di Palazzo Madama è sembrata voler essere all’altezza del nuovo appello del presidente Napolitano a “essere all’altezza della situazione” e a dare “segnali all’Ue”. E così ha lavorato serratamente esaminando gli emendamenti del governo e e i pochissimi delle opposizioni non ritirati (30 sui 500 iniziali). Tutti i testi del governo, a partire dal maxi-emendamento, sono stati approvati con il sì della maggioranza, l’astensione del Pd e la non partecipazione al voto del Terzo Polo che ha giudicato “insufficienti” rispetto alla gravità della situazione le norme del governo. L’Idv ha votato contro, quasi ad anticipare, la propria posizione contraria al governo Monti di cui si parla. Dopo il via libera del Senato il Consiglio dei ministri ha approvato la nota di variazione al bilancio; ora il Senato tornerà a riunirsi per dare il via libera al disegno di legge che sarà votato dalla Camera domani aprendo così la strada alle dimissioni di Silvio Berlusconi.

LEGGE DI STABILITÀ – I PROVVEDIMENTI PRINCIPALI