Sciopero Amazon ecommerce

Il centro logistico Amazon di Castel San Giovanni, dove è in atto lo sciopero

Ancora sciopero ad Amazon. Dopo le agitazioni del Black Friday, torna la protesta nel centro logistico di Castel San Giovanni (Piacenza). Lo stop all’attività è stato decretato dai sindacati confederali di categoria e da Ugl dopo che l’azienda non si è presentata al tavolo di confronto convocato davanti al prefetto di Piacenza. La sospensione dal lavoro ha riguardato le ultime due ore di ogni turno da martedì a oggi 21 dicembre. Il faccia a faccia in prefettura doveva riportare la serenità nello stabilimento, ma l'azienda ha deciso di non presentarsi in prefettura per «la troppa pressione». Un comportamento stigmatizzato dal governo : «Nel nostro Paese non può considerarsi normale che un’azienda non si presenti ad una convocazione che ha un nobile e coerente obiettivo, effettuata dal rappresentante del Governo sul territorio locale» ha detto la sottosegretaria al lavoro Paola De Micheli. 

Sciopero Amazon

Così in Amazon è tornato lo sciopero nei giorni più delicati dell'anno. Per permettere le assemblee -ampo è stato necessario l’intervento di polizia e carabinieri per consentire l’ingresso dei dirigenti sindacali a Castel San Giovanni. Ma l'azienda smentisce: «Avevamo chiesto di rinviare le assemblee a dopo il 26 dicembre perché per noi questi sono giorni cruciali. Non abbiamo avuto risposta dal sindacato, ma le assemblee si sono tenute regolarmente senza intervento della polizia» recita la nota ufficiale. Nel frattempo l'Ugl ha lanciato la campagna la campagna social: «Anche no! Tu sfrutti, io non compro » per sensibilizzare l’opinione pubblica «sulle condizioni di sfruttamento a cui sono sottoposti i dipendenti Amazon». 

Ma l'ecommerce s'allarga

Lo sciopero nel centro di Amazon e la lotta sul futuro delle condizioni dei lavoratori diventano cruciali davanti ai dati che raccontano l'esplosione dell'ecommerce e, di conseguenza, quella dei costi dei canoni di affitto dei capannoni. La necessità di avere centri logistici di prossimità per velocizzare le consegne nei centri urbani è sempre più pressante per Amazon. 

Secondo una ricerca di Cushman Wakefield e P3 Logistic Parks, entro il 2021 serviranno superfici più ampie del 69% all'ecommerce. Se Amazon insiste negli esperimenti con i droni (velocissimi, 80 Km/h, ma in grado di portare appena due chili), l'intero settore che oggi occupa 870 mila metri quadrati, nel giro di quattro anni coprirà 1,2 milioni di metri quadrati a Londra (+42%). In Germania l'aumento sarà del 77% (370 mila mq a Berlino rispetto agli attuali 200 mila). Il maggiore aumento della domanda di spazi è atteso in Spagna, dove Madrid e Barcellona dovrebbero incrementare le superfici per i capannoni da consegne del 102% (rispettivamente per 360 mila e 167 mila mq). E un +90% è atteso a Varsavia.

Per quanto riguarda l'Italia, lo studio punta l'occhio su Milano. Oggi, a parte la sede centrale di Amazon, l'ecommerce occupa 73 mila mq. Nel 2021 ne serviranno 130 mila, soprattutto per la crescita delle vendite online di alimentari e grocery. Tutto merito della concorrenza di Esselunga alla consegna in due ore di Amazon Prime Now. E in tutta Italia, ormai la spesa online per acquistare merce supera quella per i servizi: su un giro d’affari di 23,6 miliardi di euro, secondo l’Osservatorio del Politecnico, la merce rappresenta infatti il 52% del totale (900 milioni di solo food). 

Canoni impazziti

Ecco perché diventa centrale il costo delle consegne urbane, che copre fino al 50% di quello della catena distributiva in Europa, per un totale di 70 miliardi di euro. E la previsione di crescita è del 7-10% nei prossimi cinque anni. E gli operatori italiani per ora possono contare su costi ridotti per l'affitto degli spazi. A Zurigo, infatti, l'attuale quotazione è di 130 euro al mq, davanti a Oslo (125) e Londra (119). Milano, come Roma, sono ferme a 55 euro. Per ora.