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Redditometro, pronta la nuova versione: occhio a Spa e pay-tv

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la nuova versione del redditometro; cancellato il criterio della media Istat

Il temuto redditometro è stato rinnovato, ed è pronto a mettere al vaglio le nostre spese. E lo farà in una versione riveduta e corretta, che ne aumenterà l’efficienza, lo metterà al passo coi cambiamenti socio-economici dell’ultimo decennio e, in più, prevede per il contribuente la possibilità di contraddittorio.

VOCI DI SPESA. Applicato sui redditi a decorrere dal 2011, il nuovo redditometro prende in considerazione oltre cento voci di spesa tra consumi e investimenti. La gran parte era già compresa nella precedente versione dello strumento: ci sono, infatti, le spese per gli alimentari, l’abitazione, i trasporti e la sanità, oltre all’istruzione, il tempo libero e il costo di mantenimento degli animali domestici. Sono considerati investimento, invece, oltre agli immobili e ai beni mobili registrati, anche polizze assicurative e azioni. Tra le novità, l’occhio del fisco porrà attenzione anche a quel che si spende nei centri bellezza e il costo della pay-tv, oltre alle rette per l’asilo nido e gli assegni familiari devoluti al coniuge.

STOP MEDIA ISTAT. Tra i cambiamenti presenti nella nuova versione del redditometro, è prevista la cancellazione del criterio delle “spese medie dell’Istat”: prima, questo valore portava il fisco a confrontare una spesa dichiarata alla media Istat corrispondente, e tra i due posti al confronto attribuiva al contribuente quello maggiore. Tale confronto viene nel nuovo redditometro eliminato, anche in sede di contraddittorio, su richiesta del Garante della privacy. Allo stesso modo, l’ammontare del reddito complessivo delle persone fisiche viene stabilito sinteticamente sulla base delle informazioni presenti in anagrafe tributaria; tale calcolo viene considerato preponderante rispetto al quello ottenuto induttivamente.

CONTROLLI E CONTRADDITTORIO. I controlli del Fisco nei confronti del contribuente scattano qualora lo scostamento tra il reddito dichiarato e le spese sostenute superi il 20%. Il cittadino avrà comunque la possibilità di difendersi: rilevata tale differenza, il Fisco invierà al contribuente un invito a comparire per l’accertamento di tale discrepanza e per motivarla; egli avrà l’onere di dimostrare che le spese non rientrabili nel reddito sono state sostenute con entrate di diversa natura. Così rimesso a punto, il redditometro è pronto a ripartire, nonostante negli ultimi anni la sua azione non abbia brillato per efficacia: la Corte dei conti ha rilevato nell’ultimo anno accertamenti su poco più di 11 mila soggetti, un calo pari al 48,5% rispetto al 2013 e del 69,4% rispetto al 2011.