Una scena del film La classe operaia va in paradiso

La classe operaia è andata all'inferno, ma nemmeno il ceto medio se la passa tanto bene. Sono i dati allarmanti del Rapporto Annuale 2017 dell'Istat che certifica l'aumento delle disuguaglianze all'interno del Paese a causa di redditi e pensioni. Si riduce la mobilità sociale, sono scomparse le professioni intermedie e operai e artigiani sono sempre di meno. L'unica buona notizia riguarda la crescita della componente femminile nella classe media impiegatizia: in 4 casi su 10 le donne sono i principali percettori di reddito.

ADDIO CLASSI SOCIALI

«La perdita del senso di appartenenza a una certa classe sociale è più forte per la piccola borghesia e la classe operaia», osserva l'Istat. Per l'istituto, l'Italia oggi si divide in nove classi: i giovani blue-collar e le famiglie a basso reddito (ex operai); le famiglie di impiegati, di operai in pensione e le famiglie tradizionali della provincia (la tradizionale piccola borghesia); un gruppo a basso reddito di anziane sole e di giovani disoccupati; e infine le pensioni d'argento e la classe dirigente. In questa classificazione incidono vari fattori, il più importante è il reddito, che viene valutato in termini di spesa media mensile: si va dai 1.697 euro delle famiglie a basso reddito con stranieri agli oltre 3 mila delle famiglie di impiegati e delle pensioni d'argento fino alla classe dirigente che supera di poco i 3.800 euro mensili.

DISUGUAGLIANZE IN CRESCITA

La maggiore stratificazione della società ha ridotto le disuguaglianze? Tutt'altro. La società si cristallizza mentre si arresta l'ascensore sociale. L'Istat ordina le famiglie per "quinti" di spesa, e il risultato è che gli ultimi due quinti spendono il 62,2% del totale contro poco più del 20% dei primi due. Non conta tanto la proprietà famigliare, quando il reddito: il 64% delle disuguaglianze è determinata dai redditi da lavoro (le pensioni pesano per il 20%). Il 28,7% a rischio di povertà o esclusione. Sono molte di più le famiglie a rischio di povertà ed esclusione sociale: il 28,7% della popolazione. La quota quasi raddoppia nelle famiglie con almeno un cittadino straniero.

Aumenta l'occupazione, anche se mancano ancora 333 mila occupati rispetto ai livelli pre-crisi. A salire però è la quota di professioni non qualificate (+2,1%). Cresce moltissimo il lavoro part-time, e quello in somministrazione aumenta del 6,4% su base annua.