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Padoan: “Margini per un taglio delle tasse, non solo sulla casa”

In un’intervista il ministro dell’Economia sottolinea i risultati economici dell’Italia e incalza: “Perché mai l’Ue dovrebbe dire di no alle cancellazione delle tasse sulla prima casa?”

L’Italia sta rigando dritto, è tra i pochi Paesi dell’eurozona con un deficit sotto il 3% (e in calo) e con un Pil in crescita. “Perché mai l’Ue dovrebbe dire no alla cancellazione delle tasse sulla prima casa?”. Con questa domanda il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan si allinea di fatto alla politica del premier Matteo Renzi, che solo pochi giorni prima aveva annunciato un la fine delle tasse sulla casa nel 2016. Non solo: il quadro economico favorevole “potrebbe consentirci di gestire un po’ più agevolmente i tagli di tasse annunciati dal premier. Che riguarderanno la casa, ma non solo”, afferma Padoan in un’intervista a Il Messaggero. Il ministro dell’Economia, però, non si sbilancia: “Non dico altro perché ci stiamo lavorando. Il taglio delle tasse sulla casa non è un’azione estemporanea ma parte di una strategia fiscale iniziata nel 2014 con gli 80 euro, proseguita nel 2015 con il taglio dell’Irap, e che continuerà fino al termine della legislatura”. Un’attenzione particolare, sottolinea il ministro, sarà rivolta al Sud Italia.

SORPRESI DALL’OCCUPAZIONE. Padoan sottolinea che il Ministero non è rimasto sorpreso dai dai dati di crescita dell’economia italiana, confermati dal Fondo Monetario Internazionale, e che sono migliori di quelli previsti dal governo. “Eravamo coscienti di aver fatto una previsione prudente. Ci ha invece sorpresi la crescita dell’occupazione”, afferma il ministro. “È cresciuta più di quanto ci saremmo aspettati in relazione all’andamento del Pil. Evidentemente il combinato disposto tra riforma del lavoro e decontribuzione per i nuovi assunti ha cominciato a fare effetto”.