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Olimpiadi 2012, tempo di bilanci per Londra

Crescita più che triplicata per la spesa nell’organizzazione dei Giochi che, però, dovrebbe essere compensata da un grande ritorno economico per il Regno Unito

Rientrare nell’investimento faraonico da 9 miliardi di sterline e, possibilmente, dare nuova linfa e industria e imprese del territorio. È la sfida che sono chiamati ad affrontare gli organizzatori delle Giochi olimpici di Londra 2012 perché, per un Paese organizzatore, la medaglia più ambita di un’Olimpiade è quella del bilancio. A tre giorni dalla Cerimonia di apertura delle Olimpiadi è tempo di bilanci per la capitale del Regno Unito, Paese che per la terza volta nella sua storia ospita i Giochi. Le previsioni sono più che positive, almeno secondo quanto annunciato dal Foreign Office secondo cui la spesa è “sotto controllo”, al di sotto del budget da 9,3 miliardi di sterline (circa 12 miliardi di euro). “Siamo sempre più sicuri che arriveremo ai Giochi con una spesa sotto i 9 miliardi di sterline. Se ci riusciremo sarà un successo importante”, ha annunciato pochi giorni fa il sottosegretario allo sport Hugh Robertson.

Crescita esponenziale della spesa. È anche vero che, come riportato dall’agenzia Ansa, gli investimenti previsti per l’organizzazione dei Giochi di Londra sono cresciuti esponenzialmente dal 2005, anno della candidatura: da 2,4 miliardi di sterline ai 9,3 miliardi di oggi. Le Olimpiadi possono essere sì un volano per l’economia, “un fantastico spot per l’industria, per lo sport e le imprese”, come sottolinea da tempo il comitato organizzatore di Londra 2012, ma è anche vero che il dopo Olimpiadi può essere fatale per un’economia poco preparata. Lo è stata per Atene, la cui spesa per Giochi del 2004 ha fatto saltare i parametri di Maastricht della Grecia e avviato il Paese sull’orlo del baratro; lo sarebbe stato per l’Italia, almeno secondo quanto affermato dal premier Mario Monti che ha posto il veto per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020.

I numeri. Al momento, però, i numeri danno ragione al governo britannico: su un investimento da 9,3 miliardi di sterline si prevede un impatto economico da 13 miliardi (circa 16,5 miliardi di euro). La spesa, però, potrebbe lievitare ancora con le cosiddette ‘spese impreviste’: gli incentivi ai dipendenti della metropolitana, i costi sostenuti per trasformare il Parco olimpico in una zona residenziale verde ed ecosostenibile e i costi per la sicurezza negli impianti, più che raddoppiati rispetto ai piani iniziali. Si tratta di una spesa che graverà soprattutto sui cittadini britannici perché il finanziamento da privati si fermerebbe a 700 milioni di sterline; le strutture sono finanziate in gran parte da denaro pubblico: 64% a carico del governo centrale, 23% della National Lottery, 13% del Sindaco di Londra e della London Development Agency. “Comunque andrà, sarà un successo”, ribadiscono dal governo secondo cui nella casse pubbliche dovrebbero entrare fino a 6 miliardi di sterline da investimenti esteri, fino a 4 miliardi da opportunità di contratti, 2,3 miliardi dall’indotto turistico e 1 miliardo dalle vendite delle aziende britanniche.