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Secondo aziende e cittadini il futuro post-Covid è imminente. Tre organizzazioni su quattro e due consumatori su tre vedono nel 2022 l’anno del rilancio. E lo strumento fondamentale per supportare questa ripartenza sarà il Next Generation Eu: ne sono convinti nove aziende e nove cittadini su dieci, e oltre il 70% ha fiducia nelle capacità del Governo nel garantire un corretto utilizzo dei fondi. È quanto emerge da una ricerca condotta da Deloitte su 301 imprese italiane e 4.500 cittadini in otto Paesi europei (Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi e UK).
Coerentemente con il nuovo contesto, i pilastri del rilancio socio-economico nazionale sono, in particolare, la digitalizzazione, l’innovazione e la transizione verde, a cui sono destinate oltre il 50% delle risorse previste dal Piano. I dati elaborati da Deloitte evidenziano che i cittadini e le imprese italiane esprimono preferenze convergenti nell’attribuire fondamentale importanza per la ripartenza alla transizione digitale e a quella verde. Inoltre, a ulteriore supporto dell’importanza ricoperta da NGEU come indicatore delle strategie future, si è registrato un consistente aumento dell’interesse delle aziende nell’implementare progetti in linea con le direttrici del PNRR a seguito della presentazione ufficiale del Piano alla Commissione Europea: l’88% vuole raggiungere obiettivi di innovazione (+ 17 p.p.), l’82% di trasformazione digitale (+14 p.p.) e il 79% sostenibilità ambientale (+10 p.p.).
Nuovi paradigmi sociali ed economici: il ruolo delle imprese
I nuovi paradigmi sociali ed economici che si sono affermati a seguito della pandemia descrivono un mondo e un modello di vita, caratterizzato da una digitalizzazione sempre più pervasiva e da una crescente sensibilità verso temi di sostenibilità, che le aziende non possono più ignorare e devono assecondare. Rispetto al periodo pre-Covid le persone, scoprendo e sperimentando in prima persona i benefici delle tecnologie digitali, hanno abbracciato uno stile di vita sempre più digitalizzato e destinato a perdurare nel tempo, a prescindere dall’età. A questo proposito, oltre il 60% dei cittadini italiani non abbandonerà mai più l’utilizzo di app e servizi online. Inoltre, vi è una crescente attenzione su temi di natura ambientale, più marcata che a livello europeo (44%), dimostrato dal fatto che il 60% degli italiani dichiara di voler vivere e consumare in modo più equo e sostenibile, cercando di preservare il più possibile le risorse naturali.
Digitalizzazione e innovazione non devono essere fini a sé stesse, bensì devono rispondere alle reali esigenze delle persone, ponendo l’uomo al centro di questi processi. Ciò richiede nuovi modelli di innovazione che presuppongono una formazione e un adeguamento delle competenze e uno sviluppo di un approccio ibrido, che valorizzi il contatto umano e lo coniughi alla tecnologia. Il tema della sostenibilità invece non si deve esaurire a livello puramente d’immagine e limitarsi al semplice conseguimento di certificazioni, ma deve tradursi in un cambiamento culturale che coinvolga tutti gli stakeholder e che influenzi le strategie delle imprese. Non a caso lo studio Deloitte evidenzia che più di un cittadino su quattro indica le aziende come altro soggetto responsabile della sensibilizzazione in ambito di transizione ecologica.