
Addio al dominio dell'Occidente, sarà l'Asia a dominare il G7 nel 2050. A confermare i trend sul lungo periodo è una previsione Pwc sulla crescita dei prossimi trent'anni. A spingere i paesi orientali su una crescita duratura. Tra i fattori positivi figurano la spinta demografica, la domanda interna e la forza lavoro. Gli investimenti sull'istruzione faranno il resto. Le sette principali economie emergenti (Brasile, Cina, India, Indonesia, Messico, Russia e Turchia) cresceranno a una media del 3,5% contro l'1,6 dei Paesi del G7 di oggi (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti), mentre la media globale sarà del 2,5%. L'Italia, in particolare, vedrà le stime pro capite di Pil a parità di potere d'acquisto (Ppp) precipitare dal 12° al 21° posto nella graduatoria mondiale e sarà tallonata dalla Turchia.
«Continueremo ad assistere allo spostamento dell’economia globale, che si allontana dalle economie avanzate consolidate a favore di quelle emergenti dell’Asia e non», commenta John Hawksworth di PwC. «Entro il 2050, gli E7 potrebbero rappresentare quasi il 50% del Pil mondiale, mentre la quota dei G7 scenderà a poco più del 20%». A parità di potere d'acquisto, infatti, la Cina ha già superato gli Usa e a metà secolo potrebbe essere raggiunta dall'India. In crescita tumultuosa ci sono anche Vietnam, India e Bangladesh, ma anche la Nigeria che potrebbe diventare la 14° economia mondiale. La Polonia invece è l'unica outsider europea.