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Monti diviso tra Roma e Bruxelles: la settimana delle riforme

Dal Consiglio dei ministri che sceglierà i sottosegretari alle tanto richieste correzioni della manovra economica

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La lunga settimana del governo di Mario Monti inizia con la scelta dei sottosegretari che dovranno affiancare il nuovo governo di tecnici nominato nei giorni scorsi da Napolitano su indicazione dello stesso presidente del Consiglio. Ma questo è solo uno e forse il più facile degli impegni che il presidente del Consiglio dovrà affrontare in questi settimana che dovrebbe concludersi con le nuove misure da aggiungere alle precedenti manovre per rispettare i vincoli di bilancio.La giornata di martedì 29 inizierà in Parlamento con la votazione alla Camera della legge che dovrebbe inserire nella Costituzione l’obbligo del pareggio di bilancio; sempre martedì Monti volerà a Bruxelles per la sua prima uscita ufficiale in veste di ministro dell’Economia e delle Finanze per partecipare a Eurogruppo ed Ecofin. Prima, però, l’incontro con il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker e i presidenti di Consiglio e Commissione Ue, Herman Van Rompuy e Josè Manuel Barroso per discutere della “situazione finanziaria ed economica nell’eurozona in generale e in Italia in particolare”.Ma l’impegno più grosso si terrà in Italia che attende quelle misure aggiuntive che con ogni probabilità usciranno dal Consiglio dei ministri del 5 dicembre. Nei prossimi giorni Monti incontrerà i rappresentanti dei partiti che appoggiano l’attuale governo tecnico, un incontro per illustrare i prossimi passi dell’esecutivo e, forse, per far digerire alcuni interventi ‘poco graditi’. Ma di quali interventi si sta parlando? La priorità assoluta resta quella di far partire le prime misure strutturali, si ribadisce in ambienti della presidenza del Consiglio, con l’ambizioso obiettivo di trovare un equilibrio accettabile tra rigore ed equità. Dalle pensioni, al fisco, alla tassazione degli immobili. Si farà in queste ore una ‘scrematura’ per individuare le misure più urgenti e che diano, contestualmente, un segnale chiaro di ‘equità’. Sul fronte fiscale, si darà la precedenza a interventi che garantiscano anche la crescita e diano il senso di un ‘riequilibrio’ complessivo: come, ad esempio, interventi mirati alla lotta all’evasione. Servirà progressività nella tassazione dei beni immobili. In sostanza, gli inevitabili sacrifici dovranno essere contemperati dalla netta idea che rientreranno in una logica di giustizia sociale. Questo varrà anche per la riforma pensionistica.